Il silenzio di sé e del mondo

Ho cenato nella casa vuota e silenziosa con le olive, un po’ di formaggio e un po’ di vino e di pane.
La casa vuota è come il mondo vuoto e questo essere senza nome e vuoto.
Quando la realtà del mondo, degli affetti, delle relazioni non è percepita, non esiste. Se la mente non la richiama, non la genera e la tiene attiva, quella realtà non esiste.
Questa sera la realtà era fatta di piccole e poche cose, quelle che ho detto: il resto non esisteva, non c’era alcun resto.
Non c’era un passato, né un portatore di nome che l’ha attraversato.
Non c’è un futuro e qualcuno che l’attraverserà.
Il presente è eterno perché è senza tempo e nel presente c’è una cosa alla volta, quella che viene percepita e niente altro.

 

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2 commenti su “Il silenzio di sé e del mondo”

  1. Adesso vado un po’ a riposarmi. Mi sento stanco. Ma l’immagine fatta di pochi elementi, le olive, il pane, mi colpisce sempre. Mi ricorda una poesia postata da Eddy, in cui l’autore diceva più o meno “ho solo un pugno di riso” e qualcos’altro che non ricordo. Mi colpiscono perché so che in quelle poche cose c’è tutto, e più sono poche e più questo tutto è grande. Quanto sono lontano, troppo spesso, da quel mondo.

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