La contemplazione non ha soggetto, nè oggetto

Non puoi dire di stare contemplando.
Né puoi dire cosa stai contemplando.
Quando accade l’atto contemplativo c’è solo la realtà, che è percepita, ma non frammentata, dunque viene colto un frammento che testimonia la totalità del Reale.
Se stai pelando le patate, accade che c’è quello: le patate, il pelare, le bucce spalancano la comprensione dell’infinito, totale ed unitario essere.
In un attimo, alla comprensione è tutto chiaro: la natura più profonda della vita e del cosmo è affluita lucida alla consapevolezza e alla comprensione, mentre nel divenire accadeva il gesto del pelare.
Non c’è soggetto che pela e contempla, e le patate sono solo una porta, un aspetto del reale attraverso cui affluisce e confluisce la Realtà.
Ogni aspetto della piccola realtà colta dai sensi, è simbolo della Realtà infinita.
Simbolo in questo senso: è aspetto colto dai sensi che, nell’attimo stesso in cui viene percepito, libera l’infinito sentire che lo genera.


Se hai domande sulla vita, o sulla via, qui puoi porle.
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2 commenti su “La contemplazione non ha soggetto, nè oggetto”

  1. Grazie roberto! Ricordo 15enne, vidi il film “L’ultima tentazione”, dove un Gesù non certo convenzionale esclama: “Vedo Dio negli occhi delle formiche!” Mi colpì molto

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