Quando questa consapevolezza ci pervade, il nostro peregrinare umano è terminato.
L’esperienza della sacralità è l’evidenza dell’unità che si fa sensazione, emozione, cognizione, sentire simultanei.
Una e indivisibile è la Realtà e mai due è divenuta.
Non c’è esperienza possibile della sacralità nell’identificazione con i fatti del divenire: l’Essere è la casa del sacro e lì anche la polvere sui mobili testimonia l’unità di ciò che è.
Dove tutto diviene, tutto è effimero e impermanente se ad esso ci leghiamo.
Dove la realtà è, nulla diviene e ogni stato è sacro e senza tempo e non esiste legame, ma libertà senza condizione.
Ogni fatto che diviene narra di un fatto che è.
Ogni impermanenza mostra l’eterno.
Ogni effimero sorgere e scomparire, testimonia l’Essere che non sorge e non scompare.
Nel divenire illusorio, alla percezione dei sensi si palesa l’Essere come sensazione, emozione, cognizione e sentire: ciò che nell’Essere è solo unità, nel divenire è percezione differenziata.
Non finirò mai di dirti grazie, pur sapendo che per te è irrilevante.
Quando immersi nel divenire ci fermiamo, posiamo la mente e lasciamo che l’altro intorno emerga, allora possiamo intuire l’unità e la sacralità del tutto; ma per noi che siamo in cammino, questi sono scorci del sacro.
Il divenire come porta dell’Essere se al divenire non ci leghiamo
I piccoli fatti hanno senso e conferiscono senso