Un esempio di karma collettivo

Pubblico di seguito un brano del Cerchio Ifior sul karma collettivo: in questi giorni costellati di tragici fatti, questa visione può essere di aiuto.
Al compiersi del karma personale e collettivo, va aggiunta la comprensione del valore simbolico per tutti noi, e per le società di cui siamo parte, dei fatti ricordati.
Uno dei karma collettivi più vasti e complessi che si siano verificati nel corso dell’evoluzione dell’umanità su questo pianeta è senza dubbio quello collegato agli avvenimenti della seconda guerra mondiale e alla parabola del nazismo.
Non rientra nelle mostre finalità compiere un’analisi dettagliata di tale karma collettivo, tuttavia possiamo cercare di fare alcune considerazioni su di esso per ampliare la vostra visuale di come sia da considerare il karma collettivo e dei risvolti che possiede, molto più ampi e strutturati di quanto solitamente ognuno di voi tende a considerare quando ragiona su tale concezione.
La prima cosa su possiamo porre l’attenzione è quale sia stata, dal punto di vista evolutivo, l’incomprensione di base che ha accomunato tutte le persone coinvolte negli avvenimenti della metà del secolo precedente.
Penso che, se chiedessi una vostra risposta in merito, l’affermazione principale che fareste è che questa incomprensione fosse legata essenzialmente al concetto di razzismo, ovvero al ritenere altri uomini, diversi per fede, aspetti sociali, colore della pelle e via dicendo inferiori al confronto con una razza teoricamente “pura” sia dal punto di vista meramente genetico che da quello etico-morale.
Ma si tratterebbe di una risposta molto approssimativa, limitata, e riguardante un aspetto di tale luttuosa vicenda solo marginale e, in realtà, più un elemento di contorno che una vera e propria causa scatenante.
Infatti la base di quegli avvenimenti non è stato il concetto di razzismo – anche se è stato usato ampiamente nel porre le basi dello sviluppo di quel karma collettivo – bensì un’esasperazione dell’incomprensione che è legata alla volontà di potenza e all’interesse economico della massa che ha portato alla formazione di un vasto archetipo transitorio la cui sperimentazione, nel suo circolo dalla minore alla maggiore comprensione, ha permesso agli individui ad esso collegati di sperimentare i vari gradi di supremazia dell’Io, usando come strumento di prevaricazione la violenza portata alle sue estreme conseguenze e l’accumulo di ricchezza e potere economico come strumento per prevalere e ergersi sul resto dell’umanità.
Sono sicuro, inoltre, che individuereste i creatori di tale archetipo e del karma collettivo conseguente, principalmente nel popolo tedesco.
In realtà le cose stanno ben diversamente: alla creazione del karma collettivo hanno contribuito tutti i popoli che hanno partecipato allo sviluppo delle azioni che hanno strutturato il karma in questione, dal momento che, al di là delle infiorettature e dei proclami propagandistici, le intenzioni di base alla fin fine, non erano poi molto diverse da quelle della popolazione che sembra essere stata il fulcro della situazione, ovvero quella tedesca, ed erano gli interessi economici e la conservazione o il raggiungimento di una posizione di potere, di predominio e di superiorità rispetto alle altre fazioni in gioco.
Americani, inglesi, giapponesi, italiani e via dicendo hanno tutti fornito il loro contributo, arrivando a comportarsi spesso in maniera poi non molto distante da quanto imputato ai nazisti: creazione di campi di concentramento, uccisioni di civili innocenti, stupri, saccheggi e via dicendo. […]
Le comprensioni raggiunte da una parte degli individui, sommate a quelle degli individui che già avevano raggiunto in precedenza determinate comprensioni (ad esempio tutte quelle persone che hanno messo in gioco la loro stessa vita per salvare individui che rischiavano di essere travolti dalla violenza altrui) hanno portato come conseguenza alla costituzione di un nuovo equilibrio sociale.
Questo non significa certamente che l’incomprensione che è stata la base del karma collettivo sia stata raggiunta dalla collettività, altrimenti il karma collettivo si sarebbe esaurito immediatamente.
Questo significa anche, evidentemente, che gli effetti karmici derivanti da quel karma collettivo si stanno propagando secondo le modalità che abbiamo osservato di recente, e che ricadranno via via negli anni o nei secoli a seguire.
Alcuni di quegli effetti potete già osservarli: l’attuale crisi economica che provocherà conseguenze su tutto il pianeta, gli avvenimenti del continente africano nel quale in parte si sono già reincarnati molti individui che, a metà del secolo scorso, avevano dato il via alla crudeltà e agli eccidi di massa, trovandosi in un ambiente in cui possono sperimentare su se stessi – questa volta dalla parte opposta della barricata – cosa significhi in termini di dolore e di sofferenza, subire un certo tipo di azioni.
Ovviamente, come abbiamo accennato, in conseguenza del reincarnarsi prolungato nel tempo e non contemporaneo di tutte le individualità collegate a quel karma collettivo, gli effetti karmici su di esse si protrarranno per diverso tempo nel susseguirsi degli avvenimenti che danno vita alla storia dell’umanità.
Quali saranno le conseguenze?
Senza dubbio il raggiungimento della comprensione da parte di molti individui e, quindi, la trasformazione del riflesso dell’evoluzione conseguita all’interno del pianeta dando il via a quel mutamento, a quella trasformazione delle società che seguirà al nuovo grado di evoluzione e porterà con sé anche il mutare del modo di vivere all’interno dell’intero pianeta.
Voi ne potete vivere le prime avvisaglie (quelle avvisaglie anticipate da più profezie e interpretate in maniera catastrofica da chi ha cercato di dar loro una spiegazione mentre, in realtà, si tratterà si tratterà più di un cambiamento di coscienza che di un sommovimento materiale, anche se non avverrà senza ripercussioni anche molto dolorose), ma il processo karmico si protrarrà a lungo e, senza ombra di dubbio, alla fine condurrà a un balzo evolutivo e di coscienza verso un livello superiore.

Cerchio Ifior, Dall’Uno all’Uno, volume IV, pagg. 205-207, edizione privata.


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Sandra Pistocchi

Grazie roberto!

nadia

Molto interessante,grazie.

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