La responsabilità personale

d-30x30Responsabilità. Dizionario del

La responsabilità di quello che facciamo – ci ammoniscono le Guide – è sempre nostra in tutti i casi; e dobbiamo sempre tener presente che quanto facciamo ha sempre delle ricadute sugli altri, cosicché queste ricadute diventano, sì, anche un problema dell’altro che reagisce alle nostre azioni e quindi ha a sua volta delle responsabilità sulle scelte che metterà in atto per reagire, però la responsabilità dell’innesco della situazione resta comunque la nostra.
L’unico modo per gestire nel modo migliore le proprie responsabilità non può che essere lo stesso che le Guide ci propongono da sempre: conoscere noi stessi ed eliminare dalle nostre azioni, per quanto ci è possibile, gli influssi dovuti al nostro Io, ai nostri desideri egoistici.
Certamente, vi sono dei modelli che vengono presentati all’individuo fin dal suo nascere, modelli dovuti alle regole della società, modelli dovuti a dettami religiosi, addirittura – come chi segue l’insegnamento sa o forse comincia ad aver capito – anche modelli provenienti dai piani superiori, dai famosi archetipi. Però, tutti questi modelli che noi mettiamo dentro noi stessi, non è che sono diventati nostri, in realtà: sono andati a combinarsi con quelle che sono le nostre esigenze di comprensione, le nostre esigenze evolutive; tant’è vero che, se ci osserviamo bene, scopriremo con facilità che andiamo continuamente contro questi modelli che abbiamo apparentemente introiettato.
Se, per esempio, la religione cattolica, la religione cristiana ci avesse messo all’interno veramente i modelli predicati dal Cristo… noi saremmo tutti santi! Invece nessuno di noi è un santo, nessuno di noi – se soltanto può – perde l’occasione per accrescere un po’ il suo patrimonio materiale in maniera, magari, non del tutto lecita, secondo il modello cristiano; se qualcuno di noi, magari, vede una bella ragazza o un bel ragazzo e «ci prova» anche sapendo che non era il caso di farlo, e via dicendo… tutte queste cose le facciamo comunque, al di là degli ipotetici modelli morali che abbiamo all’interno.
Questo significa, allora, che questi modelli che introiettiamo è vero magari che esistono dentro di noi ma, poi, vanno a scontrarsi con quelle che sono le nostre realtà, le nostre esigenze di esperienza e, quindi, hanno una validità molto relativa se non, appunto, come esempio a cui fare riferimento per avere un confronto tra ciò che, alla fin fine, per noi risulta giusto o risulta ingiusto.

Dal volume del , Dall’Uno all’Uno, Volume secondo, parte prima. Edizione privata

Indice del Dizionario del Cerchio Ifior