Vedo volti, gesti, esperienze; vedo persone che si incontrano, che si scontrano; vedo esseri e esseri e mi è evidente che ciò che appare rappresenta altro, mette in rappresentazione qualcosa, un principio, che è il sentire.
La realtà che i sensi colgono è la rappresentazione in atto del sentire, degli infiniti gradi del sentire, dal più limitato al più vasto. Tutta questa rappresentazione non è altro che l’articolarsi nello spazio e nel tempo di uno stato unitario che tutto contiene e da tutto è contenuto.
Quando guardo un volto non ho particolare interesse per il frammento che il volto mette in rappresentazione: quel volto mi conduce al principio che lo esprime e non è diverso dal principio che esprime il mio.
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