Eccessi e coscienza. Dizionario del Cerchio Ifior
«La vita dell’uomo è accompagnata, nel suo svolgersi, da una catena ininterrotta di corpi fisici che fanno capo ad una stessa unità ma che, se si volesse guardare con attenzione, si noterebbero essere una successione di corpi fisici diversi: dal corpo del neonato a quello del bambino, a quello dell’adolescente; da quello del ragazzo a quello dell’uomo maturo e, infine, a quello dell’essere umano ormai vecchio.
Tutti questi corpi portano con sé degli elementi favorevoli ma anche degli elementi sfavorevoli; certo, fin che si è giovani, in condizioni perlomeno psicologiche normali, fin che non si arriva sulle soglie della vecchiaia, ci si accorge solitamente del proprio corpo fisico soltanto allorché c’è qualche cosa che non va. Pensateci un attimo, creature, e osservate il vostro passato: quando eravate più giovani, o voi che siete giovani adesso, quante volte avete ecceduto in comportamenti che, magari, sapevate anche essere sbagliati e dannosi per il vostro fisico, e avete trascurato, ignorato, anzi usato spesso, quasi per vantarvi di fronte agli altri degli eccessi compiuti, le conseguenze che ne derivavano? Questo è normale, perché in quei momenti il vostro corpo fisico dimostrava una ripresa, una capacità di ripresa tale per cui era facile soprassedere ai problemi e dimenticarsi quali erano le conseguenze degli eccessi.»
Con queste parole Scifo introduceva un messaggio sul tema dell’«eccesso», tema attualmente di triste attualità, considerati gli eccessi che vengono portati avanti nelle varie trasmissioni televisive, facendoli diventare a poco a poco delle «normalità» agli occhi di chi sta osservando, col risultato che, in nome dell’audience, si presentano sempre nuovi eccessi, un po’ più «eccessivi» di quelli ormai superati, al fine di catturare l’attenzione della massa e aumentare i proventi provenienti dagli sponsor.
Il mondo attuale è eccessivamente governato dalla brama del denaro e del potere, ma fino a quando potrà andare avanti così? Fino a quando si troveranno nuovi eccessi e nuove trasgressioni? Sarà un processo lento, ci dicono le Guide, ma anche questo avrà una fine con lo stabilirsi di un nuovo stato di coscienza. Non resta che augurarci che, quando ci incarneremo ancora fra circa trecento anni (come ci è stato insegnato essere la media tra un’incarnazione e l’altra), questa fase sarà ormai superata e ci ritroveremo a vivere in un mondo dove la norma e il traguardo non sono più l’anormalità!
Messaggio esemplificativo (1)
Intere filosofie hanno basato tutto il loro parlare sulla teoria dell’eccesso. «Portare una cosa all’eccesso – è stato detto – significa arrivare velocemente a comprendere di più, significa riuscire a superare i propri problemi».
C’era chi disse una volta: «Per far passare la gola di cioccolata, la cosa migliore è fare indigestione di cioccolata». Teoria discutibile; eppure teoria che, molto spesso, più di una persona abbraccia.
Noi, contrariamente a quanto può sembrare dalle mie parole, non siamo contrari gli eccessi; gli eccessi non sono dannosi per il corpo fisico a meno che non siano eccessi prolungati nel tempo. Scifo
Ma viene un tempo, viene un momento, figli e fratelli, in cui l’eccesso porta al corpo fisico delle conseguenze a cui il corpo fisico non riesce a rimediare o, perlomeno, non riesce a rimediare così velocemente. Accade, allora, che, per cercare di rimediare ciò che non va nel corpo fisico, le energie vengano sottratte a qualche altra funzione e questo porta a una catena, a una successione di spostamenti di energie fisiche che trasporta il problema fisico da un organo all’altro rendendo, così, il vivere delle persone un continuo susseguirsi di piccoli o grandi acciacchi, che rendono più triste la vita per chi non sa scorgere intorno a sé non soltanto quello che lo rattrista ma anche quello che lo può far gioire. Rodolfo
La propria personale salute diventa, col passare del tempo, un elemento a cui ogni individuo incomincia a porre sempre più attenzione, arrivando poi all’eccesso – ancora una volta – di ridurre la propria esistenza a qualcosa che ruota intorno alla paura di star male, di morire, di soffrire fisicamente. Quante persone vivrebbero in maniera più serena se riuscissero a ignorare per un po’ di tempo quei piccoli dolori fisici che accompagnano la loro esistenza! Ma – ahimè – l’Io di ognuno è talmente portato al vittimismo che, anche nella situazione spiacevole, cerca di fare qualcosa che possa tornare a suo vantaggio; ed ecco, allora, il crearsi di quella catena psicologica, interiore, che arriva a sfruttare i propri malanni per ottenere l’attenzione degli altri, per apparire più forti di quello che si è, per – insomma – dimostrarsi il centro dell’esistenza non soltanto propria ma anche di tutte le persone che lo circondano. Moti
Quando noi avevamo parlato di psicosomatismo, avevano detto che tutte le malattie dell’essere umano, praticamente tutte, avevano una loro componente psicosomatica.
Questo, cosa significava? Voleva significare che tutto quello che voi attraversate di doloroso per il vostro corpo fisico è tutto riconducibile, alla fin fine, a quelli che sono squilibri interiori di ognuno di voi; o, meglio ancora, che ogni vostra non-comprensione ha una ripercussione che arriva a manifestarsi nel vostro corpo fisico, all’interno del piano fisico in cui conducete le esistenze.
Avevamo parlato di percentuali molto alte; ma, se volessimo proprio essere precisi, vi dovremmo dire che in realtà «tutte» le malattie hanno una componente psicosomatica. Immagino che qualcuno di voi dirà: «Ma se io vado per strada e, improvvisamente, mi prendo un virus che mi fa venire … che so io … mal di gola o mal di pancia o mal di stomaco, come fa ad essere psicosomatico?». Lo psicosomatismo, se si vuole ragionare un attimo con attenzione, sta nel fatto che voi, in quel momento, avevate abbassato le vostre difese immunitarie e, quindi, avevate permesso che il virus riuscisse a penetrare in voi e a crearvi i problemi fisici che vi assillano.
Questo dello psicosomatismo è un argomento veramente vasto da trattare, così come quello della salute di ognuno di voi. La medicina, così come la conoscete, offre molte alternative; molto spesso – terribilmente spesso – alternative che finiscono per essere dannose mentre curano; tuttavia, attualmente, è diventato di moda rivolgersi alle medicine alternative. Ecco, così, il fiorire di tantissime teorie alternative, il fiorire di persone che pretendono di essere capaci di guarire, improvvisandosi (che so io?) pranoterapeuti o fitoterapisti e via e via e via, senza avere in realtà la conoscenza, la capacità e la sensibilità, per poter veramente fare ciò che vorrebbero fare.
Molti di costoro possono anche essere in buonafede; tuttavia, se pensassero con un po’ più di attenzione a se stessi, se si rendessero conto che aiutare gli altri nel campo della salute non è così facile come può sembrare, se si facessero un vero e attento esame di coscienza, si renderebbero conto che il corpo umano è così complesso, gli equilibri del corpo umano sono così delicati, che interagire con questi equilibri, influire su questi equilibri senza avere le cognizioni, l’esperienza, la capacità e – ripeto – «la sensibilità» giusta per poterlo fare, potrebbe, alla lunga, provocare anche dei danni non indifferenti.
Vi è, poi, quella parte di persone che rifiuta la medicina tradizionale per affidarsi a caso – direi quasi «a naso» – alle medicine alternative aspettandosi di avere chissà quali conseguenze meravigliose! Certamente, in buona parte dei casi, con le medicine alternative le piccole cose si possono anche curare e si riescono a limitare gli effetti che le medicine sintetiche possono avere sul fegato o su altri organi delicati del genere; tuttavia, non dimentichiamo che, se la vostra medicina scientifica non ha capito tutto dell’essere umano, se pure la vostra medicina scientifica ha ancora molte lacune e spesso va più per tentativi che per cognizione di causa, tuttavia, ha la capacità, la possibilità, di attenuare i sintomi velocemente, di far soffrire meno chi sta soffrendo; e questo, in realtà, ben poche medicine alternative riescono a farlo!
Non aspettatevi, creature, di poter essere guariti da queste medicine di tutti gli affanni che vi affliggono. Se proprio volete cercare di fare qualche cosa che migliori la vostra condizione di esistenza, partite – come sempre noi suggeriamo – principalmente da voi stessi: osservatevi attentamente, guardate quali motivi ci possono essere per ciò che state soffrendo, e vi assicuriamo che se veramente, con sincerità, voi faceste questo, riuscireste non dico a star sempre bene ma, quantomeno, a vivere con uno spirito più giusto e più in grado di aiutarvi a star meglio ogni piccolo o grande malanno che attraversate. Scifo
Cosa dirvi ancora, figli, su questo argomento? Forse ricordarvi che se avete un corpo fisico, se vi è stato dato un corpo fisico, questo corpo fisico vi è stato dato affinché voi lo usiate nel mondo in cui vi trovate; e, come tutte le cose che voi possedete per poterle usare nello scorrere delle vostre giornate, anch’esso ha bisogno di una certa manutenzione, di una certa attenzione, di una certa cura; cosa che molte volte voi vi dimenticate di mettere in atto. State quindi attenti a conservare ciò che vi viene dato, affinché domani non piangiate per non averlo saputo trattare meglio; e, a quel punto, non dovrete prendervela con nessun altro che con voi stessi. Moti
1 L’Uno e i molti, vol. Vii, pag. 43 e segg.
Dal volume del Cerchio Ifior, Dall’Uno all’Uno, Volume secondo, parte seconda, Edizione privata