Vi propongo queste parole del Cerchio Ifior che mirabilmente esprimono il senso compiuto del procedere interiore e l’approdo nell’esperienza dell’unità.
Quando comprenderò con tutto me stesso che «Tutto È Uno»
che sarà di me, Padre?
Moti
Tu non avrai più la tua famiglia,
ma ogni uomo, animale, pianta, cristallo
sarà un membro della fratellanza universale.
Non ti vedrò più lavorare al fine di raggiungere
maggior prestigio e maggior guadagno,
ma il tuo lavoro sarà eseguito nella coscienza
di contribuire nel tuo possibile a creare un mondo
in cui la Mia voce sarà la voce del Tutto.
Non avrai più amici perché non considererai più alcun nemico:
e quando darai, lo farai senza bisogno che il dare ti venga richiesto
e senza che esso venga dettato dai tuoi bisogni personali.
Non avrai più padroni, dipendenti, superiori e inferiori,
ma in ogni altro tuo simile tu vedrai te stesso in una delle tante tappe
che avrai percorso o che dovrai ancora percorrere.
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Bella sintesi, grazie.
L’esperienza dell’unità è l’esperienza dell’essere condotti.
Non si “ha” più nulla da dire, da agire, da pensare.
Non c’è un io a cui appartengano parola, azione, emozione, pensiero.
C’è la parola, c’è l’azione, c’è l’emozione, c’è il pensiero, e basta; nulla piú.
L’unitarietà emerge quando dall'”avere” si passa all'”essere”; quando cade l’illusione del condurre e si fa avanti l’esperienza dell’essere condotti.