La Realtà che accade in questo istante, non diviene, È.
Se unisco le Realtà dei vari istanti creo il divenire, la sua interpretazione, il suo limite: ma se non le unisco?
Se un istante è solo un istante, un fatto solo un fatto?
Come può un fatto essere solo un fatto?
Non etichettandolo, non parametrandolo: non aggiungendovi mente, ovvero quella prevalenza che rende quel fatto un certo fatto.
Un fatto per sua natura è composto di azione, emozione, pensiero, intenzione/sentire: se la mente se ne appropria e lo pone in risalto nella sua sfera, il fatto cessa di essere-quel-che-è e diviene processo connotato, in qualche modo giudicato e parametrato, incluso in un sistema, in un paradigma.
Se il fatto è vissuto nella sua interezza, nella completezza dei piani che coinvolge senza che alcuno di questi sia posto in rilievo, sia preminente, allora quel fatto genera l’esperienza unitaria, la percezione unitaria, lo stare unitario.
Tutti noi viviamo identificati con la nozione di limite, è la nostra tossicità quotidiana: il limite esiste solo nel divenire, nell’Essere non c’è limite, c’è solo quel-che-è.
Quando siamo evoluti nel sentire, viviamo la tensione tra limite ed Essere: possiamo superare questa tensione?
In buona parte, anche se non totalmente.
Appunti preparatori all’incontro di Approfondimenti del 27.10.18.
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L’incontro di sabato scorso è stato importante per me, piccoli tasselli di comprensione mi sembra si siamo aggiunti. La dimensione quella dell’Essere, mi appare ora più prossima, o meno lontana . Ancora molta strada da fare sul piano esperienziale ma nuovi semi sono stati gettati. Grazie
Condivido il quesito di Natascia.
Grazie per il post, Roberto!
Lo stare unitario, dimensione ancora non raggiunta poichè quando sono nella quiete non la colgo come fatto unitario, non do un nome allo stare del momento perciò non so dove sono in quel momento.
Nel processo di d’isidentificazione dai fatti, creo una distanza. Il tasso emotivo si attenua fin quasi a sparire. Sorge il timore che sia un processo della mente per non sentire il dolore. Come posso distinguere se è un processo mentale o il risultato di comprensioni acquisite?
Natascia: poni la questione il 27..