Materiali per la formazione nella Via del monaco

  • Per febbraio 2020: discussione sulla capacità di leggere e interpretare le sfumature: il Lunedì di Nadia.

  • Per marzo 2020: Visione dei film:
    1- “Whiplash“, su Netflix (Qui una lettura critica del film, più che condivisibile, ma la nostra analisi si incentrerà su altro, da quegli eccessi prendendo spunto)
    2- “La teoria del tutto“, Netflix (Recensione)

  • Per maggio 2020: la relazione, rappresentazione tra sé e sé

    Leggere: Lo sguardo che contempla l’Uno: la ricerca e la fine del cercare

    [19.01.20 11:01]
    [Inoltrato da Mariella principi]
    Dire che l’unica relazione possibile è tra il fatto che accade, grazie alla comparsa dell’altro sulla mia scena, e la mia reazione non equivale a dire che la relazione con l’altro non esiste? Esistono solo momenti in cui il sentire dei due si connette? La solitudine allora non è solo esistenziale, ma è uno stato che ci accompagna quotidianamente, in ogni attimo?

    Roberto O., [19.01.20 11:10]
    Affronteremo diffusamente la questione della relazione nell’incontro VDM di aprile 2020.
    La realtà non esiste oggettivamente, se non per alcuni dati scenografici condivisi dai presunti protagonisti: le scene vengono estratte dalle coscienze dall’Indifferenziato Essere, plasmate e dotate di forma nel mentre le si estraggono dalla materia indifferenziata.
    Quindi, quella che noi chiamiamo relazione con altro, non è che relazione tra livelli di consapevolezza/comprensione di sé, come giustamente tu affermi: produciamo le scene che ci abbisognano per evolvere nel sentire.
    Chi di voi è libero dalle illusioni, questo lo può vedere..
    La solitudine è ontologica.
    Noi l’associamo ad uno stato umorale: sbagliato.
    E’ un dato esistenziale.
    Non esistono individui, ma l’illusione di essere tali.
    Non esistono relazioni, ma l’illusione che avvengano.
    Non esiste divenire, è solo un apparire effimero e inconsistente.
    Esiste solo l’Essere.
    Se vai a fondo della tua meditazione sul Reale, questo scopri.



Testi

CF77, il libro di Francois, pag 154.

LA CREAZIONE DELLA REALTA’: ESEMPIO DELLE LENTI
Facciamo un esempio. E come se ogni essere avesse sugli occhi una sorta di lente magica, per cui vede attorno a sé un mondo con certe sue forme e ceni colori; e siccome gli esseri sono diversi ma hanno tutti la stessa lente, allora tutti si trovano d’accordo nel dire che esistono quelle forme, che esistono quei colori. Però, il mondo appare in virtù di queste lenti; è con queste lenti che gli uomini possono indagare, frugare, trovare strumenti per vedere quella che essi credono sia la realtà; queste lenti continuano il gioco, fanno apparire cose che sono sempre in funzione degli strumenti che proprio per quelle lenti gli uomini hanno creato.
Allora scoprono le nuove particelle subatomiche, e tantissime altre cose, che non sono errate – voglio precisare – in quanto fanno parte del mondo creato dalle lenti; ma questo mondo oggettivamente non esiste perché, se si tolgono le lenti, sparisce tutto, rimane la materia divina indifferenziata.
Da: CF77, Il libro di Francois.

LA SIMULTANEITA’ DI CAUSA ED EFFETTO: UN ESEMPIO PER COMPRENDERE LA REALTA’ DEL NON TEMPO
Come può il sentire creare situazioni come quella del classico mattone che «casualmente» cade sulla testa di qualcuno?

A proposito di questo, è vero che vi sono degli avvenimenti non voluti, al momento, dall’individuo; però è anche vero che, se si guarda la cosa al di là della successione temporale, la quale è illusoria e relativa, e la si vede nella simultaneità, allora si può dire che causa ed effetto sono concomitanti. Quel mattone che ti cade sulla testa, che nella successione cronologica sembra un effetto che ricade a distanza di gran tempo dal momento in cui hai mosso la causa, è invece concomitante. Che a te sembri ricadere dopo una, due, tre, quattro o dieci vite, dopo 50, 100 0 400 anni, non ha nessuna importanza: il fatto è che quel mattone ti cade sulla testa richiamato, in quanto non è che l’effetto di una causa che hai mosso; causa ed effetto, al di là dell’illusoria successione temporale, sono simultanei.
Diciamo pure che vi sono delle cose che apparentemente sembrano non volute, non richiamate volontariamente (e nel momento del subire l’uomo non le vuole davvero), però sono da lui «volute», per cosi dire, in precedenza, nel momento stesso in cui ha mosso la causa che poi ha determinato il ricadere, l’accadere dell’effetto.
Se si guardano le cose dal punto di vista del divenire e non si tiene presente che invece tutto è essere, allora tutto resta incomprensibile e pare affidato al caso. Ma al di là di ciò che appare, noi sappiamo che tutto è; e quando tu imbocchi una serie di fotogrammi come conseguenza di una tua scelta, non è che scegli solo quella azione, che poi finisce li, ma comprendi tutta una serie di fotogrammi che ti conduce a quell’esperienza finale, diciamo, del mattone in testa. Bisogna tenere presente che la realtà non è, come appare, divenire, ma è essere; e allora si comprende che, essendo costruita cosi, non può svolgersi che cosi.
Nel caso di una scelta, è come se tu avessi due film da vedere, da vivere: una volta che hai scelto di vedere quel certo film, la pellicola si svolge fino alla fine di quel film, che comprende tutte le azioni previste nella storia del film, compreso il mattone in testa che sembra, ma non è affatto, caduto per caso.
Da: CF77, Il libro di Francois.

LO SPIRITO GUIDA
Sul significato di «spirito guida».
Lo stesso appellativo «spirito guida» è qualcosa tra il mistico e il romantico che rispecchia il periodo in cui l’esoterismo era presentato in veste personalizzata. Le forze naturali erano persone, le leggi non erano leggi ma volontà, motu proprio di certi individui. D’altra parte, la mentalità di quei tempi non poteva capire diversamente da cosi. Tutto era personificato, a cominciare dal vento, dalla terra, dai fulmini, dai fenomeni naturali: erano tutte persone o deità. Anche lo spirito guida fa parte di quel modo di rappresentare la realtà.
Che cosa sia invece Io spirito guida, in una realtà nella quale non c’è posto per l’errore, ma tutto avviene ordinatamente, direi matematicamente, o addirittura automaticamente, lo si deve scoprire ora se si accetta una verità di questo tipo. Gli stessi cosiddetti «signori del karma», che cosa ci stanno a fare in una realtà in cui tutto procede per leggi, automaticamente, diciamolo pure? Non ci stanno a fare proprio niente. Sarebbe diverso se la realtà avesse bisogno di applicatori, di esecutori della legge, di persone cioè incaricate di sorvegliare che le leggi siano applicate bene, in quel caso si; ma siccome non è assolutamente tale la realtà, perché tutto avviene in maniera ordinata, spontanea e naturale, non c’è alcun bisogno di applicatori della legge.
Lo spirito guida non è quello spirito che, diciamo, salva il suo protetto dalla cattiva sorte o dai pericoli che possono capitargli; e quindi lo si deve poi ringraziare, perché ha cercato di strapparti a Satana per riportarti sulla retta strada; ma è, nella visione della comunione dei sentire, l’essere a cui fanno capo vari stati di coscienza che sono altrettanti esseri. È uno stato di coscienza che racchiude in sé altri stati di coscienza meno ampi, evidentemente, di quello da lui rappresentato.
Questo discorso esclude sia che lo spirito guida possa in qualche modo salvaguardare i suoi protetti dalle esperienze pericolose o dolorose, sia che possa scegliere gli esseri che faranno o che fanno capo a lui. Tutto è ordinato, è proprio lo svolgimento di una equazione, passaggio dopo passaggio, in cui niente è lasciato all’improvvisazione o all’errore o alla distrazione di qualcuno.
Tutto è ordinato, pur esistendo fra le maglie di questo ordine prezioso e preciso la possibilità di fare dei salti di qualitàS4 , cioè di avere un margine di libertà, di autonomia. Rivolgersi allo spirito guida è come rivolgersi ad un voi stessi proiettati nel futuro – del sentire, naturalmente, se cosi posso dire.
Da: CF77, Il libro di Francois, pag. 182


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