Sorgono naturali nella mente e nell’emozione moti di adesione e di avversione: come sorgono li lasciamo andare.
Più il sentire si amplia, meno questi moti bussano, ma ciò nonostante, in situazioni che provocano le menti, essi si affacciano per degli attimi e parlano di residui di comprensione da affinare.
Non coltiviamo avversione, non coltiviamo adesione: la Realtà narra se stessa e non ci chiede di essere d’accordo o di dissentire.
Questo nella dimensione dell’Essere.
Nella dimensione del divenire, sempre discerniamo e sappiamo dire i nostri sì e i nostri no.
Il canale Telegram di Eremo dal silenzio
Per rimanere aggiornati su:
Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Anche per me, stati ampliamente
sperimentati, diventati al momento
rari.
Importante!
Grazie.
Conosco l’avversione la contrapposizione, l’opposizione che si fanno gesto e parola quando la mente prende il sopravvento.
Lasciarli andare è una decisione, frutto di una volontà, dopo averne sperimentato l’insensatezza. Allora tutto torna a fluire e si sperimenta la leggerezza.
L’avversione o l’adesione ancora sorgono. A volte durano un po’ di più, a volte appena sorti scompaiono.
Direi che più che adesione, è un riflesso condizionato da vecchi meccanismi.
Appena ci pongo l’attenzione, scemano.
A questo livello, cio’ che caratterizza la dimensione del divenire, e’ proprio il discernimento.
Non c’e’ coloritura ma scelta consequenziale. Ed e’ cosi che procediamo nel cammino per la giusta via
Stati sperimentati ma non certo abituali…
Ho sperimentato pochi giorni fa cosa significhi affinare una comprensione : un moto emozionale sorto facendomi ritenere di essere punto e a capo, poi pian piano svanito lasciando il posto all accoglienza dell altro.