Dov’è la radice profonda
di un pensiero che mi attraversa,
di un’emozione che sale,
di una azione che avvio?
Posso vedere ogni sfumatura
dell’intenzione che mi muove?
E se questa intenzione
porta tracce di egoismo,
di centralità di me,
di priorità di me sull’altro,
il correggerla,
il chiedere perdono,
il riparare
non bastano.
Non doveva sorgere
quell’intenzione.
Allora cercherò d’imparare
la lezione in attesa
della prossima occasione.
Non c’è altro modo d’imparare
che attraverso l’esperienza.
Non è una questione di colpa
ma di non comprensione.
Accolgo il fatto
che in quell’area del sentire
c’è del non compreso:
mi fa male, ma è così.
Osservando ogni sfumatura
di quell’intenzione,
posso disaggregarla,
vederla nel dettaglio
e lavorarne ogni aspetto.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Indagare l’intenzione che ci muove per comprenderla, diventa fondamentale anche per ritrovare l’equilibrio dei nostri corpi, la cui mancanza genera dolore.
già, l’esperienza diretta vale più di 10 lauree o simili formazioni
Cercherò di imparare la lezione in attesa della prossima occasione.
È una indagine continua e graduale quella dell’apprendimento
L’osservazione richiede maggior impegno via via che l’Io si manifesta nei modi più sofisticati.
Comprendere che c’è del non compreso sembra un ossimoro.
Forse invece si verifica perché la prima comprensione è mentale (forse un’intuizione, forse l’adesione ad un archetipo), mentre il non compreso è fattuale, esperienziale, attiene al sentire.
Se fa male probabilmente il sentire è già in fieri.
Sì è chiaro.