L’uomo non si sente affatto a suo agio di fronte a eventi inaspettati e indesiderati, e non gli piace proprio sentirsi costretto a ridefinirsi, anche se sa che talvolta può andare incontro a un imprevisto stimolante.
Comunque non ama essere spinto a interrogarsi di frequente, a crearsi nuove difese e a inventarsi strumenti sempre più efficaci per stare nel mondo, mentre sente la vita agire da pungolo su di lui. Ed è a disagio anche nel sentirsi spinto a modificare comportamenti e abitudini, oppure a limitare lo spazio della sua libertà. Quindi, il suo atteggiamento verso la vita è ambivalente: da una parte cerca stimoli e conferme, ma dall’altra si sente vincolato e assoggettato.
Ma la vita vincola?
È l’uomo che ne è convinto. La vita è scorrere, è divenire, è molteplicità di accadimenti e di relazioni che entrano in rapporto con l’uomo e si tramutano in opportunità e in vincoli, che è poi lui a viversi come imposizioni o come ‘problematicità’ che affronta malvolentieri, brontolando e sbuffando, perché non può che sottostare – quando non riesce a evitarlo – all’imporsi di avvenimenti imprevisti o al mutare di rapporti che lo colgono di sorpresa.
È possibile dire che nell’uomo gli accadimenti si traducono in un maggior controllo su se stesso e nel sorgere di una ragionevolezza che lui mai applicherebbe se non si sentisse costretto da quegli eventi inattesi a mitigare le emozioni oppure a rimodellare pensieri e pretese.
L’uomo sente, comunque, il bisogno di arginare le novità, altrimenti sa che non riuscirebbe a reggere l’impatto con ciò che gli si presenta davanti: ad esempio un vincolo inaspettato, che può addirittura trasformarsi in minaccia, mentre altre volte in un’occasione per realizzarsi.
Ambedue le possibilità sono comunque accompagnate da timori, in quanto l’uomo difende lo status quo.
Quindi l’uomo affronta la vita come fosse in parte
da usare e in parte da rispettare,
in parte da accettare e in parte da rifiutare,
in parte da coltivare in ciò che può offrirgli
ma anche in parte da schivare,
e, soprattutto, da cui difendersi.
È come se l’uomo pretendesse di negoziare in continuazione con la vita ciò che si presenta e quindi – anche se non se lo dice – lui mette in atto una specie di baratto in cui concede qualcosa alla vita pur di ottenere in cambio un tornaconto.
Quello che tenta di fare, è patteggiare con la vita la possibilità di non essere scomodato più di tanto. Continua
Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Vita, pag. 8
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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È così….almeno fino a un certo punto del cammino..
Nei confronti della Vita, le cui opportunità, non sono sempre di facile individuazione e quindi accettazione, fa da contrappeso una sorta di forza interiore, che inattesa e silente si manifesta nei momenti più difficili e permette la trasformazione.
Più vero di cosi!
La vita come processo di cambiamento
Finché non si comprende che le occasioni di cambiamento la vita ce le mette davanti proprio per liberarci dalle cristallizzazioni e dal non compreso, quello che tu descrivi è l’atteggiamento che tutti abbiamo o abbiamo avuto
Ahimè!
In una mia sfaccettatura di un tempo, riconosco questo atteggiamento… Grazie!