Il desiderio di ogni uomo è di difendere e sostenere l’identità che ha costituito nel tempo e, quando gli avvenimenti gli impongono una qualche modifica o una parziale rinuncia alla globalità della propria identità, lui allora incomincia una trattativa con la vita.
Trattativa – che poi si tramuta in un ‘tormentone’ con se stesso – per cedere solo qualcosa, o per piegarsi a un avvenimento ma non a un altro, o per accogliere un vincolo, ma solo fino a un certo punto.
In tal modo si insinua nell’uomo l’idea di poter tramutare la vita in un’occasione, o in un grande affare, oppure in uno scampato pericolo.
E quindi sta attento, conscio che potrebbe anche andargli male, sforzandosi di essere particolarmente arguto o particolarmente circostanziato nel suo trattare con la vita, anche se spesso gli capita di fare come la cicala che, quando arriva il vento dell’inverno, vorrebbe tramutarsi velocemente in formica, oppure tradurre la propria dabbenaggine in saggia contrattazione.
Intimamente già sa che ogni grado di negoziazione con la vita è nullo e che si ritroverà a ingoiare ciò che si presenta.
Però l’uomo ha soprattutto la prerogativa di cambiare le carte in tavola e in tal modo riesce a giustificare a se stesso e agli altri l’ingoiarsi controvoglia qualsiasi cosa, pur trovandola davvero indigesta.
D’altronde, possiede la capacità di trasformare dentro di sé l’indigesto in estroso, l’oneroso in avventuroso e il pesante in impegnativo, cioè è capace di trasformare un vincolo, un’opportunità, un legame o una costrizione in qualcosa che, almeno in parte, possa raccontarsi che è conforme alle sue vecchie modalità.
Ad esempio, tutti voi, per far perdurare un avvenimento che vi tranquillizza, siete capaci di trascinarlo, convinti di evitare quello che vi spiazza, che sia nuovo o comunque indesiderato. Questo significa che siete capaci di mantenere costante in voi un fatto per esorcizzare ciò che si presenta come frattura. Continua
Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Vita, pag. 8-9
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Mi interrogo.
Riconosco che questo meccanismo di difesa è sempre più velocemente messo in crisi.
A volte neanche si innesca, altre volte ha bisogno di tempo per essere riconosciuto, perché più sottile il simbolo.
Di certo fintanto che un certo aspetto ha necessità di essere indagato l’esperienza si presenterà più e più volte.
Grazie. Parole che risuonano forte in questo periodo.
È una forma di rassicurazione questo atteggiamento.
D’altra parte anche il saperlo vedere spesso non è sufficiente a che certe meccaniche vengano annullate… almeno per il livello di quel cce che sta scrivendo.
Si chiama sopravvivenza!
ancora mi stupisco del sincronismo con cui leggo i post del monaco anziano… surreale
C’è un mondo sconfinato in queste parole che fortemente vibrano.
Grazie
Lasciar andare ogni istante