L’uomo inizialmente vive la via della Conoscenza come se fosse un tragitto di progressione interiore in cui si sforza di osservarsi e di non giudicare, in modo tale da imparare a guardarsi come colui che ha poca importanza.
Poi si impone anche di sorridere su se stesso e sulle etichette che pone sugli altri, pensando di essere l’artefice di quei ‘passi in più’ verso la sua trasformazione interiore.
Ma a ogni cosiddetto ‘passo in più’ si ritrova a ripetere i medesimi meccanismi mentali e, quindi, si scoraggia e si delude.
Però, a un tratto, senza alcun preavviso e senza che lo programmi, può accadere che la persona che lui ha davanti si riveli solo per un attimo come non-nota, vale a dire che non può compararla con niente che già conosce, perché per quell’attimo resta non-nota e non paragonabile con quello che aveva definito in passato su di lei e sul loro rapporto.
Questo è un flash che non si assesta dentro di lui come conquista, perché è proprio una percezione rapida: nasce, muore, e quindi sparisce del tutto. Non è riproducibile, né riagguantabile, né riprogrammabile.
Può anche accadere che, dopo un po’, quell’uomo incontri un fatto o una persona, e subito sarebbe portato ad etichettarlo alla solita maniera, ma inaspettatamente sorge dentro di lui una percezione che non sa ben definire e che gli fa balenare il pensiero che di quel fatto, o di quella persona, lui non riesce a dire nulla: in quell’attimo c’è in lui un abbaglio che poi sparisce: è un flash, un lampo, arriva e va.
Nel ripetersi di questi momenti, inizia a instaurarsi dentro quell’uomo l’idea che, sui fatti e sugli altri, sono più i “non so” che sa esprimere, e contemporaneamente sente che si sta svuotando dei suoi “io so”.
Lui sta incontrando la vita, sempre ricca di elementi che oggi appaiono in un modo e domani in un altro, e quella mutevolezza rafforza la schiera dei “non so”.
È in quei flash che l’uomo riconosce l’effimero e, effimero dopo effimero, la sua mente viene plasmata.
La vita è effimera quanto un soffio di vento, che voi non riuscite ad afferrare perché siete pieni dell’idea che essa abbia una logica e un programma specifici per ciascuno, attraverso cui arricchirvi spiritualmente e distinguervi dagli altri; quando poi la vita vi sembra confermare la vostra logica e il vostro programma, addirittura pensate di potervi abbandonare a essa, covando in realtà l’intento di dominarla, perché non riuscite a capire che la vita gioca con voi un gioco sottile, impalpabile, come lo è un soffio di vento.
Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Vita, pag. 14-15
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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Il Sentiero contemplativo, Cerchio Ifior
Ogni flash è un momento di Vita vera.
Sempre più la consapevolezza che non visia alcuna certezza che consoli o a cui appigliarsi, si fa strada.
Questo non crea nessun timore, perché emerge altro, a cui non è possibile dare un nome.
La forza dell’effimero è qualcosa che non viene conseguita attraverso un processo ma semplicemente accade, senza che il soggetto ne sia in qualche modo “responsabile”; almeno questo sembra trapelare dal testo. Interpretazione avvalorata da questo passo: “Però, a un tratto, senza alcun preavviso e senza che lo programmi, può accadere che la persona che lui ha davanti si riveli solo per un attimo come non-nota”.
Quindi si tratterrebbe di “dono”? Dispensato in modo del tutto arbitrario da un Dio che elegge chi vuole, donando la consapevolezza dell’effimero e del non-noto? Dubito.
Certo, come molte volte sostenuto nelle discussioni nel Sentiero, le comprensioni avvengono come se “cadessero dall’alto”, inconsapevolmente.
Ma Inconsapevole per chi? Per il soggetto incarnato. Certo la consapevolezza che noi, da incarnati abbiamo del sentire è limitate dai corpi transitori e questo rende parziale la nostra consapevolezza dei processi.
Ma appunto, come più volte detto, noi incarniamo una parte del sentire, non l’intero sentire, per questo per noi il processo della comprensione, che avviene nel piano della coscienza, è a noi quasi interamente precluso, e questo ci porta a pensare che le comprensioni come “dono”, “illuminazione improvvisa”.
Ma nel piano della coscienza dove, ripeto, avvengono le comprensioni e il sentire è nella sua intera ampiezza, lì nulla è “senza alcun preavviso e senza che lo programmi”, ma frutto di un stringente processo “logico”.
In verità quello di cui noi incarnati veniamo a essere consapevoli è solo la “parte finale” o comunque un “tratto” del processo della comprensione e precisamente quella “parte” del processo che consiste in una modifica vibratoria dei corpi transitori.
Quando avviene una comprensione, la coscienza che ha rischiarato quella parte del corpo akasico invia una vibrazione ai corpi transitori, questo per vari motivi: tra cui quello di “aggiornamento vibratorio” dei corpi transitori necessario per preparare il divenire a ulteriori apprendimenti.
Quello che registriamo noi da umani è “l’effetto sorpresa”, “disorientante”, “la forza dell’effimero”. Ma questo dalla “nostra”, eminentemente parziale, prospettiva.
Capisco il significato di persona non-nota, il modo nuovo in cui in un flash la si scorge diversa.
Non ho ancora interiorizzato, invece, che la vita è effimera come un soffio di vento.
Si avverte che è cosi. Anche il dolore che tanto temiamo ci parla dell’effimero?
A Luciana
Cercherò di trattare il tema nella sezione protetta…
Mani e piedi dentro il cercare di dominarla.
So che è effimera ma vivo come se non lo sapessi.
Vediamo quel che succede.