Un vasto spazio d’essere

Nei lunghi e caldi pomeriggi estivi in cui è impossibile camminare lungo la strada dell’eremo, siedo in zazen.
La pratica conferisce la capacità di risiedere senza attese e senza pretese, un lungo allenamento che piega la mente e la confina nell’irrilevante.

Ho sempre trovato le ore del pomeriggio, verso il tramonto, favorevoli allo zazen, sia nelle sedute giornaliere che nelle lunghe sesshin.
Il declinare delle forze del giorno, il loro ritrarsi per lasciare spazio a quelle della notte, contribuisce a creare un vasto spazio d’essere.

Il canale Telegram di Eremo dal silenzio
Per rimanere aggiornati su:
Il Sentiero contemplativoCerchio Ifior


Sottoscrivi
Notificami
guest

7 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
Vedi tutti commenti
Lorena

Per un periodo praticavano zz
insieme al calar della sera. È Cosi che ho cominciato ad apprezzarlo.

Nadia

Il troppo fare di questi ultimi tempi, lo avverto come innaturale. Quel sedersi è vitale.

Catia belacchi

Comprendo cosa vuoi dire.
Nel tempo che per me è spesso di avanzo è veramente salutare sedere in zz, dove tutto si ricompone, si posiziona ed esiste solo il Reale, nel momento che scrivo sotto forma del canto del rigogolo.

Leonardo

I lunghi pomeriggi afosi d’estate in passato mi comunicavano un sottile senso di angoscia. Ne ero come atterrito: il caldo sembrava nullificare ogni aspetto vitale.
Ora comprendo bene quella percezione: l’insofferenza dell’io rispetto a un tempo vuoto, fatto di spazio neutro da abitare senza aggiungere altro. Insomma, una qualità del Reale insopportabile per un’ indentità che rivendica la propria centralità.

Anna

Sorge naturale verso il tramonto sentire la libertà d’essere
Per libertà d’essere intendo quella sensazione
in cui l’essere si pone in rilievo.
L’abbandono di quelle energie rivolte al fare permettono all’essere di invadere la scena, di dilatare i corpi, di perdere i confini e di aprire nuovi spazi

Natascia

Ogni giorno di più, entro un po’ più in profondità della pratica.
L’approccio ogni volta diventa più familiare.
A volte ci vogliono mesi per accorgesi che qualcosa è cambiato.
A volte è istantaneo.
Oggi, è più naturale sedersi davanti al muro, in silenzio

Elena

Anch’io trovo queste ore ampie e pronte al vuoto di se. Anche l’identità che ha potuto agire tutto il giorno è disponibile a spostarsi dal centro della scena senza troppe proteste.

7
0
Vuoi commentare?x