Un partecipante: Avere delle priorità significa dare un ordine alle cose.
No, significa subire un ordine, cioè costringervi lì dentro. Voi uomini vi sentite spesso obbligati a mediare fra aspirazioni vostre e altrui, fra vincoli e opportunità, vale a dire fra azioni mosse da un desiderio e situazioni esterne che temete possano inibirle.
Tutto questo lo vivete come un grande caos esterno che invade il vostro sistema d’ordine che scandisce un tempo che vivete sempre come limitato, ma di cui pretendete di disporre, anche se in contrasto con ciò che si presenta.
E quindi riempite le giornate di impegni, di decisioni e di desideri, che si assommano alle sollecitazioni altrui, agli obblighi socialmente riconosciuti e al bussare di fatti inaspettati. Tutto questo lo vivete come non armonico e concentrate i vostri sforzi per renderlo il più possibile omogeneo, dentro un tempo che adattate a voi, sempre attenti a prevenire o arginare ciò che si muove intorno, per ordinare il guazzabuglio che attribuite alla vita e per stabilire delle priorità, vale a dire se sacrificare vostre opportunità oppure esigenze altrui. Questo è un processo che vi serve a dare un ordine alla disarmonia esterna a voi, che vi sembra di subire.
La vostra mente è costantemente tesa ad ampliarsi, cioè a controllare più spazi e più situazioni, ed è continuamente all’opera per riordinare il cosiddetto ‘caos esterno’. L’ordine vi serve a stabilire se gli altri, o se la vita, o se la società, o se il ‘destino’, o se il funzionare del vostro corpo vi tornano o non vi tornano, dato che tutto ‘dovrebbe’ tornarvi.
E anche se le cose non vi tornano, avete l’abilità di farvele tornare, accontentandovi; però vi accontentate solo se non potete farne a meno, mentre per la maggior parte dei casi cercate di stabilire un diverso ordine interno, più funzionale, che tenga conto dei nuovi vincoli sopraggiunti.
Il vostro sistema d’ordine si traduce in una vostra reazione automatica agli eventi, in quanto avete stabilito a priori come ‘dovete’ agire per far fronte al disagio generato dal guazzabuglio del mondo esterno, che temete di non riuscire a controllare. Le vostre priorità e l’ordine da ristabilire definiscono anche come ‘dovrebbero essere’ gli altri, il mondo e la vita; ma non fanno altro che motivare gli insuccessi che vi attribuite, perché la volontà di ricreare un ordine parte proprio dall’aver formulato il concetto di guazzabuglio. Ordine e guazzabuglio sono due potenti contrapposizioni attraverso cui la vostra mente vi imprigiona.
Non si ricerca un ordine quando si consacra la vita a se stessa, il quotidiano a se stesso e gli altri a se stessi. L’abitudine di contrapporre ordine a guazzabuglio è un processo tipico della vostra mente; ordine e guazzabuglio sono etichette, ma danno fiato al bisogno di ricomporre dentro di voi le sollecitazioni che vi giungono dalla vita e che vi appaiono minacciose, mentre i vostri oggetti mentali vi rassicurano rispetto alle imprevedibilità che, scontrandosi coi filtri del vostro sistema d’ordine, vi mettono in agitazione. A quel punto, dopo l’eccitazione parte in voi un processo automatico per ricreare o riaggiustare l’ordine mentale e ristabilire quei principi e quelle priorità per difendervi dall’imprevisto. E poiché il vostro sistema d’ordine si basa sul passato, sul già vissuto, quel che è nuovo è inaspettato e spesso lo vedete un caos da riaggiustare oppure a cui riadattarvi. È quindi possibile dire che il vostro processo si basa sul trasformare il presente in passato.
Fonte: La via della Conoscenza, “Ciò che la mente ci nasconde“, Vita, pp. 28-29
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
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Più perdiamo tempo a controllare tutto meno siamo pronti all’imprevedibile.
Nella dimensione del divenire, avere un ordine è molto funzionale.
Lo è nel lavoro, nel seguire le pratiche di casa e così via.
Mi accorgo di non essere particolarmente ordinata, per quanto mi sforzi, rimane uno spazio di caos. Che gestisco senza particolare ansia.
Ho sempre pensato che questo fosse un limite, ora però posso osservarlo e tradurlo come un non voler a tutti i costi controllare tutto.
Sempre meno ordine e controllo ,
anzi da tempo direi guazzabuglio.
Comprendo il post perché le dinamiche descritte mi appartengono. Colgo al contempo la relatività delle stesse, riguardo al nostro agire.
La mente duale vive di contrapposizioni in quanto nella contrapposizione nasce l’eccitamento, cioè la “benzina” per la mente. La contrapposizione tra “ordine e “guazzabuglio” è paradigmatica. Certo la mente si preserva nel suo sistema dell’ordine fuggendo ciò che percepisce e definisce come “caos”ma, a guardar bene, ha bisogno di quel caos, quel caos che si staglia contro di lei e attenta il suo ordine. Ne ha bisogno perché la mente tra energia dalla “lotta”, dal “sentirsi minacciata”. Paradossalmente se riuscisse a instaurare un perfetto sistema ordine che escludesse il guazzabuglio la mente duale ne sarebbe mortificata, si annullerebbe. È il sentirsi costantemente minacciata, è l’eccitamento che scaturisce da questa minaccia continua che rafforza e riafferma la mente nella sua dualità.
Nel modo di ragionare duale della mente ordine e guazzabuglio sono le facce della stessa medaglia. Nel disordine che viene dall ‘esterno la mente ha bisogno di stare dentro un proprio ordine che funge da confine.
A mio modo di vedere c’è poi un ordine la cui necessità non nasce dalla mente ma dal percorrere un cammino esistenziale essenziale, intimo per procedere nel quale sono necessari silenzio, passi cadenzati come in un sentiero di montagna.
Sto dunque alla larga dall ‘autostrada.
Vero è che il sistema d’ ordine della mente si basa sul passato perciò non siamo pronti a cogliere il nuovo che arriva senza collegarli a ciò che già conosciamo.
Negli anni l’ordine ha lasciato spazio al guazzabuglio.
Ora ogni attimo è allenamento al guazzabuglio che la consapevolezza individua come condizione naturale.
E anche quando le resistenze si affacciano la loro permanenza è ormai aleatoria
Ordine e guazzabuglio sono concetti che crea la mente
La realtà è pura gratuità …
Comprendo il post che mi calza come un guanto e a cui manca solo la dedica a me.
Aggiungo che da un lato questo è sicuramente un processo di controllo che utilizziamo per proteggerci dal dolore. Creare situazioni “buone” come modalità per prevenire la sofferenza, la fatica e anche la possibile lamentela identitaria.
Al tempo stesso un certo tipo di programmazione e pianificazione se non ossessiva è in qualche modo vitale, quasi un fluire con la vita.