Eppure, affidandovi alla vostra mente, continuate a ipotizzare che, se riusciste a creare maggiore armonia, a quel punto il senso di caos si azzererebbe. Mentre è il contrario: quando in voi sussiste un ordine rigido, cioè una forte pretesa di armonia, diventano numerosi i fatti che possono minacciarlo e quindi avvertite intorno a voi una sensazione di caos molto estesa.
[…] In voi sono presenti due modi di leggere i medesimi fatti: quando ne evidenziate il caos, state sottolineando lo scostamento delle sollecitazioni che si presentano rispetto al vostro modo di concettualizzare l’ordine; mentre quando ne evidenziate l’armonia, allora quello che sottolineate è la similitudine col vostro concetto di ordine e l’adattabilità ai vostri filtri.
Tutto questo, però, non tiene conto che lo sballottamento interiore – che tanto temete – è un moto naturale: è il casuale susseguirsi di stati disconnessi, e accompagna indistintamente ora una sollecitazione e ora un’altra.
Non ha nulla a che vedere con il senso di caos che vi tormenta e che dipende unicamente dai giudizi che voi emettete per difendervi e dai filtri che bloccano l’elemento sgradito. Quindi, non dagli altri e dagli accadimenti, ma dai concetti che ponete sugli altri e sugli accadimenti.
Lo sballottamento è un movimento interno che si accompagna al susseguirsi delle sollecitazioni presenti nei fatti visti in sé, cioè non ricondotti a un ‘io’.
Dentro lo sballottamento le sollecitazioni non si riferiscono a nulla e nessuno. Questo è il gioco della vita che alterna casualmente il nascere e morire di accadimenti che non lasciano traccia, che non sono collegabili a nulla, che non sono motivabili e che non sono né ordine e né caos.
Però, quando incontrano i filtri del vostro sistema d’ordine, lì si scontrano.
Nella realtà non-mente le sollecitazioni non hanno più motivo di essere, perché si impone ciò che è.
Ricordatevi che tutte le volte che agite dentro di voi sulle sollecitazioni per renderle coerenti col vostro sistema d’ordine, avviene un rafforzamento della vostra struttura mentale. Mentre quando vi scontrate con fatti minacciosi, cioè quelli che leggete come provocazioni, si creano piccole fratture nella solidità della vostra struttura.
In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.
Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.
“Lo sballottamento è un movimento interno che si accompagna al susseguirsi delle sollecitazioni presenti nei fatti visti in sé, cioè non ricondotti a un ‘io’.”
Questo passaggio fa pensare al continuo lavoro che implica la Via, anche se si accolgono i fatti in neutralità.
Il caos è divenuto parte integrante l’armonia: quando un’alterazione sorge viene osservata, analizzata e guardata come porta che permette apertura al nuovo. Poi quello spiraglio entra a far parte e si confonde dentro quell’armonia che tutto abbraccia e che infinitamente si rinnova.
Credo di non cogliere la differenza tra sballottamento e sollecitazioni.
Le sollecitazioni racchiuse in un fatto non dipendono dalla nostra interpretazione e quindi possono/non possono produrre sballottamento?
Cosa significa che le sollecitazioni non sono riconducibili all’io?
Grazie
A Mariella
Il testo è confuso.
Altrove, e anche poco dopo, afferma che le sollecitazioni non sono tali in assenza di ‘io, o nella condizione di ‘non-mente’.
Questo perché è definita sollecitazione ciò che ‘eccita’ l’identità.
‘Lo sballottamento interiore è un moto naturale: è il casuale susseguirsi di stati disconnessi, e accompagna indistintamente ora una sollecitazione e ora un’altra.’
Sulla base della mia esperienza, i fatti, nel loro impattarci, producono sballottamento nei corpi;
producono anche sollecitazione identitaria se c’è identificazione, e non la producono se identificazione non c’è.
Evidentemente l’io ancora è molto presente in me.
Il fatto Impatta e non fluisce.
Qual è la direzione?
Ogni tanto il deserto si fa avanti e sembra di non aver compreso nulla.
Affiora tristezza, fragilità.
Respiro e sto con quel che c’è.
Un medesimo fatto non lo leggo come caos o come armonia. Leggo come caos un susseguirsi di fatti che mi decentrano da un equilibrio interiore che sento necessario a me. Leggo come armonia un susseguirsi di fatti che preservano la mia cella esistenziale