È l’offerta d’amore che si impone [85A]

L’uomo dona, è convinto di proporre sé in qualcosa che gli appartiene. Quando poi si apre a un percorso evolutivo, inizia a osservarsi nel momento in cui dà e si sforza di accettare quello che riesce a dare, senza pretendere troppo da sé, anche se spesso critica il dono che offre all’altro.

Poi capisce che più pretende di dare, meno comprende che il dare non è l’essenza, che individua nell’osservare quello che dà, consapevole di quanto poco egli sia capace di dare.

Però, a un uomo che inizia a dubitare del suo protagonismo, si può dire che ogni volta che offre, e che dice di donare amore, non sta comprendendo che qualunque cosa lui dia non gli appartiene, ma passa attraverso lui per andare ad altri.

Se invece lui pensa che gli appartenga, si ritrova continuamente messo in crisi da quel donare, cioè dal suo desiderio di essere sempre più all’altezza, dal suo giudicare quel che dona e dalla risposta dell’altro che spesso non corrisponde alle sue pretese. Lui ancora non può capire quanto poco conta ciò che offre e quanto invece il suo tirarsi in disparte possa fargli scoprire che è l’offerta d’amore che si impone, nonostante lui e al di là di lui, perché è l’amore che agisce.

Quando dentro a un uomo si sgretolano le strutture che ha edificato, concettualizzando l’amore, gli si impone una realtà che gli è del tutto impensabile. Diviene consapevole che in lui prevale l’impulso di donare ciò che non gli appartiene e di rimanere con tutto sé stesso sul farsi dell’azione, non attribuendosela e non immaginandosi risultati riconducibili a sé.

Quindi non giudica il dono e non ne misura la corrispondenza con quello che era il progetto iniziale, ma vive l’azione nel suo svolgersi e non si preoccupa di che cosa verrà offerto attraverso di lui e di come l’altro potrà rispondere, modificando l’azione. Lui sa che qualunque cosa accada è da celebrare perché al centro c’è l’azione ed entrambi i soggetti sono messi in disparte.

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In merito alla via della Conoscenza: quel che le voci dell’Oltre ci hanno portato non sono degli insegnamenti, non sono nuovi contenuti per le nostre menti, non sono concettualizzazioni da afferrare e utilizzare nel cammino interiore. Sono paradossi, sono provocazioni o sono fascinazioni, comunque sono negazioni dei nostri processi conoscitivi e concettuali.
Non hanno alcuno scopo: né di modificarci e né di farci evolvere. Creano semplicemente dei piccoli vuoti dentro il pieno della nostra mente. Ed è lì che la vita parla.

Per qualsiasi informazione e supporto potete scrivere ai curatori del libro: vocedellaquiete.vaiano@gmail.com
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Indice dei post estratti dal libro e pubblicati
Abbreviazioni: [P]=Prefazione. [V]=Vita. [G]=Gratuità. [A]=Amore.
Le varie facilitazioni di lettura: grassetto, citazione, divisione in brevi paragrafi sono opera del redattore: i corsivi sono invece presenti anche nell’originale.

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Anna

L’amore è il manifestarsi di quel flusso che lasci passare quando sei in contatto con il sentire: nell’azione si materializza .

Leonardo

“Diviene consapevole che in lui prevale l’impulso di donare ciò che non gli appartiene e di rimanere con tutto sé stesso sul farsi dell’azione, non attribuendosela e non immaginandosi risultati riconducibili a sé.”

Enorme comprensione, di lì, poi, si apre un altro mondo.

Catia Belacchi

“Al centro c’è l’azione ed entrambi i soggetti sono messi da parte.”
Il farsi del dono quando è scomparso l’io.
Nella logica del passettino dopo passettino, un traguardo.

Natascia

Disendificarsi senza fine.
Niente ci appartiene.
Quanto è compreso?
Scorgo ancora le rivenditori dell’identità, ma mi è facile non seguirle.

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