Le dinamiche della mente e il lasciare che tutto accada [vdc39]

Le basi della Via della conoscenza. La vostra mente ha una propria caratterizzazione che vi accompagna nella vita quotidiana e configura le cose che voi vedete in un certo modo. La vostra mente si struttura in una maniera particolare – propria di ognuno – e coglie in ciò che vedete quello che più si attaglia a se stessa e poi lo trasforma e lo rielabora partendo da ciò che essa coglie.

E se la vostra mente arde dal desiderio di assumersi responsabilità, di essere forte e di resistere alle intemperie della vita, allora, ogni volta che lei vedrà debolezze, protesterà facendovi dire che non siete e che gli altri non sono coerenti, o che non siete e che gli altri non sono capaci di essere se stessi.

E se invece la vostra mente è tale da dire che non vi interessa niente, che nulla vi tocca in profondità, ma che tutto vi passa davanti e vi sfiora appena, allora, ogniqualvolta qualcuno vi vuole trascinare dentro una situazione, quella vostra mente protesterà, dicendo che tutto quello non vi appartiene, non siete così e non siete niente, ma soltanto voi stessi.

E se invece la vostra mente ha l’esigenza di cogliere sempre e dovunque l’amore, anche se poi magari fa difficoltà a porsi come protagonista dell’amore, state pur certi che ogniqualvolta lei vedrà, nel campo dell’amore, una manchevolezza fra due individui, allora protesterà, facendovi dire che lì non c’è amore, lì non c’è tenerezza, lì non c’è dolcezza, li c’è soltanto provocazione.

Ma se invece la vostra mente tace e osserva quei due esseri, allora ciò che emerge non è più l’emozione, non sono le parole e nemmeno i concetti, ma sono solo due esseri che in qualche maniera si cercano, pur magari contrastandosi e pur magari opponendosi, cioè due individui che si cercano.

E quando la vostra mente tace ancora di più, quelle due persone che si cercano appaiono due persone che magari non sono capaci d’intessere l’amore soltanto perché non hanno ancora compreso che ciò che li separa non è altro che la propria mente.

Ma quando la vostra mente è ancora più quieta qualsiasi manifestazione esterna non la intacca, non la mina e non la seduce. Ciò che cogliete allora è solo il vostro non essere niente, poiché nel niente nulla più affiora, neppure il desiderio di evoluzione, neppure il desidero di svuotamento, neppure il domandarvi dove andate, neppure il sapere chi siete, neppure se esiste o non esiste l’incarnazione, o qualsiasi altra cosa.

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E purtuttavia, pur pensando così, lì ancora c’è una mente che blatera, perché la non-mente dirà solo che tutto ciò che appare è pura rappresentazione di esseri che hanno un’unica radice e che si sforzano per essere se stessi, quando potrebbero essere soltanto vento che va e lasciar andare.

Ma le vostre menti non lasciano andare, stringono, stringono e stringono.
Chi lascia andare non ha niente da cercare né qui, né altrove.
Chi lascia andare trova soltanto una ragione per essere qui, una ragione che non porta vantaggi, una ragione che non porta favoritismi, una ragione che non porta innovazioni, e la sola ragione è che lui non può essere da un’altra parte.

Solo questo e nient’altro che questo. Ma per arrivare a questo la vostra mente viene stretta in un angolo dove può solo ammettere che non c’è un luogo dove andare ma c’è un luogo dove ci si trova.

E poi, quando invece tace, essere qui oppure essere là è totalmente indifferente, ma quando si è qui, si è proprio qui, e quando si è là, si è proprio là, non pensando di venire qui quando si è là, e viceversa, poiché si è solo dove la vita porta a essere. Non c’è progettualità per coloro la cui mente tace completamente; c’è soltanto lasciare che tutto accada.

Appunti di vita contemplativa
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Natascia

M’inchino.

Samuele Deias

Di grande inciampo per me tutta questa enfasi sulla mente. Dopo ore di ribellione e reazione avversa a questo post, l’ho riletto, ci ho riflettuto e mi son fatto l’idea che viene fatto qui un uso improprio del termine “mente”. Prova ne è il fatto che le viene attribuita la capacità di ardere di desiderio, ecc ecc. Sappiamo bene quanto sia preziosa la mente e quanto debba essere portata a splendore, come qualsiasi altra componente umana. Quel che dobbiamo intendere, è invece il non attaccamento alla mente. La mente c’è, è benedetta e benedetto è il suo lavoro. Quello su cui credo veniamo invitati ad intervenire non è lo spegnere la mente, bensì non aderire ai suoi racconti, non identificarsi con ciò che lei dice ma andare oltre, più in profondità e, per assurdo, più in leggerezza. In fede.

Elena

Esiste un punto in cui si sta nell’ampiezza del momento e tutto è senza inquietudini o spinte, senza prevaricazioni. Si apre una infinita vastità di sentire.

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