Bilancio di un anno di pubblicazioni (2022)

Nelle due immagini che seguono trovate la rappresentazione visiva dei post pubblicati nel 2022 nei siti contemplazione.it e cerchioifior.it. In verde, i giorni in cui il post è uscito; in rosso, i post già elaborati e programmati ma che attendono una programmazione per la condivisione su Facebook.

I post di cerchioifior.it seguono questo iter: una lavorazione che oscilla tra le due e le sei ore a post, indicativamente; la programmazione di una data di pubblicazione futura; l’elaborazione grafica e testuale della condivisione su Facebook (la pagina FB del Cerchio Ifior), per la quale utilizziamo un servizio gratuito ma che ci permette una fila di programmazione di non più di cinque post, quindi abbiamo sempre un certo numero di post residui, i rossi, da mettere in fila di programmazione.
A questo va aggiunto il lavoro di alcune collaboratrici che condividono i post su WhatsApp e su Telegram.

I post di contemplazione.it seguono un iter simile sebbene i tempi di lavorazione siano in genere inferiori, ma dipende: a volte il materiale della Via della conoscenza è particolarmente impegnativo perché non chiaro o contorto, e magari dopo aver lavorato un post ci si rende conto che non è pubblicabile nell’insieme. Più facile è la condivisione che avviene solo su Telegram.

Nelle due immagini sono riportati solo i post che vengono lavorati in anticipo e programmati in date successive, non compaiono i post estemporanei, quelli creati al momento, e non compare naturalmente tutto il resto del lavoro compiuto online e svolto per tenere assieme il Sentiero.


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9 commenti su “Bilancio di un anno di pubblicazioni (2022)”

  1. Ringrazio per quanto fatto. Questo post ben spiega quanto lavoro, dedizione d amore c’è dietro quello che ci troviamo “pronto” per essere letto e commentato. Mi chiedo quanta consapevolezza ci sia da parte di noi fruitori di questo sforzo e quanta assuefazione rispetto a cui diamo per scontato che questo materiale ci sia e che così sia. Mi chiedo come allo stesso modo qual è la nostra disposizione quando ci mettiamo a tavolo per un pasto. Siamo consapevoli di quello che abbiamo nel piatto? Di quanta fatica, sfruttamento dell’ambiente, dell’umano e dell’animale è condensato in quello che ci apprestiamo a mettere in bocca? E in generale non viviamo come “sonnambuli” che ritengono che quello che abbiamo e viviamo nella vita sia a noi “dovuto”, “necessario”? Siamo consapevoli della gratuità di tutto questo e di ogni scena in cui siamo coinvolti? Sale in noi gratitudine per quanto in generale a noi è dato? Oppure il nostro ringraziare è una formalità? Anche esso fagocitato dalle menti che dicono: “così si fa”. E se davvero abbiamo compreso, cosa questo muove in noi? Quali disposizioni genera, quali attenzioni, quali azioni?

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