Coltivare oggi la consapevolezza della illusorietà del divenire

Scrive una sorella commentando Non c’è percorso, né evoluzione, solo onde del mare [vdc32]: Se ci rappresentiamo in uno spazio tempo di questo dobbiamo tener conto. I miei figli sono stati generati, sono nati e diventati adulti nel tempo. Che sia tutto illusorio, una rappresentazione a noi funzionale, viene dopo e la nostra mente forse mai l’accetterà perché dovrebbe negare essa stessa e la sua funzione.

La comprensione avviene su altri piani, sul piano del sentire, e parte da una visione trasmessa da chi ci ha preceduto alla luce della quale si interpretano fatti e sensazioni con nuovi paradigmi che sentiamo che ci calzano e non stridono in una nuova visione.

1- Alcune osservazioni all’impostazione data dalla sorella al suo commento, a partire da quel ‘viene dopo‘ che ho evidenziato.
La consapevolezza della illusorietà del reale non può venire dopo la presa d’atto che siamo immersi nel divenire, è necessario che avvenga ‘mentre’ il divenire accade, mentre la mente ci stringe, le emozioni ci scaldano, i fatti ci provocano.

Direi anzi che quella consapevolezza, profonda, argomentata, studiata, lasciata emergere attraverso una instancabile disposizione contemplativa, debba precedere ogni intenzione, pensiero, emozione e azione in modo da inserirli nel loro retto contesto: “Accadi, ma so che sei solo una rappresentazione da me creata per l’illusoria trasformazione del mio sentire, anch’esso illusorio”.

In altri termini, la consapevolezza della natura del reale deve costituire le ‘lenti’ con cui guardiamo alla vita di ogni momento.
Così facendo abbracciamo la realtà tutta intera, ma le braccia sono rappresentate dalla consapevolezza dell’illusorietà del divenire, tutto avviene nel loro abbraccio, all’interno di esso.

2- La comprensione avviene su altri piani, questo è vero, avviene sul piano del sentire ma sulla base dei dati che provengono dall’esperienza: ciò che pensiamo è esperienza, ciò che pratichiamo – come lo zazen, come la disconnessione – è esperienza che inscrive nella coscienza dati che lei già contiene ma dei quali va verificando l’attuazione.

Non bisogna mai dimenticare che la coscienza simultaneamente è e diviene, come tutto il resto, d’altra parte. La coscienza è già totalità compiuta e così è nell’Eterno Presente, ed è, simultaneamente, processo di comprensione che diviene: ma questo divenire si confronta con ciò che già è e lo scarto tra i due è il motore del divenire, l’impulso creatore delle scene che viviamo.

Ora, non bisogna commettere l’errore di pensare che l’Eterno Presente è un archivio disposto dal Creatore, un destino obbligato, un karma che elimina ogni libero arbitrio: le esperienze creano l’Eterno Presente.

Ciò che vivo in successione in questa vita e nelle innumerevoli altre, viene registrato nell’EP, in una dimensione priva di tempo che contiene tutte le vite passate, presenti e future: nel divenire, le intenzioni, i pensieri, le azioni vengono ‘comparate’ con il tutto contenuto nell’EP e ciò che è mancante prima o poi verrà condotto a esperienza per essere acquisito.

Questo è il meccanismo della creazione della rappresentazione che chiamiamo vita, meccanismo orientato dalle leggi del divenire e dalla sua forza principale: la Vibrazione Prima che contiene il programma del Creatore, il riferimento ultimo, quello che orienta tutta l’illusoria successione.

Il vivere consapevoli che tutto è illusione, allora deriva dal compreso e dalle esperienze, e genera esperienze e comprensioni nuove. Non è sano ragionare nei termini di prima e dopo: oggi sono consapevole che tutto è illusione perché l’ho sperimentato in mille modi e il sentire me lo suggerisce; bene, a partire da questa parziale acquisizione guardo alle scene che passano, alle relazioni che costruisco, ai piaceri e ai dolori.

Così creo una realtà sempre più ricca e impregnata della consapevolezza dell’Essere e meno condizionata dalle dinamiche del divenire: con le acquisizioni già conseguite, costruisco la visione delle nuove scene. Con la malta dell’Essere costruisco la casa dell’Essere.
Non posso costruire la casa dell’Essere con la malta del divenire.

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4 commenti su “Coltivare oggi la consapevolezza della illusorietà del divenire”

  1. “Il vivere consapevoli che tutto è illusione, allora deriva dal compreso e dalle esperienze, e genera esperienze e comprensioni nuove.” Questo mi sembra un punto fondamentale. La consapevolezza dell’illusorietà del divenire genera nuove scene diverse da quelle vissute fino a quel momento. Questo accade perché ciò che genera le scene è l’intenzione, frutto di comprensione e non comprensioni. Dunque è corretto aspettarsi riguardo a una nuova consapevolezza scene diverse, forse non nel contenuto ma nel “valore” che hanno per noi.

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  2. Il poste è esaustivo e chiaro nell’esposizione ma, da parte mia ha bisogno di essere a lungo ruminato, perché ho ancora alcuni nodi di comprensione da sciogliere.

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  3. “La consapevolezza della illusorietà del reale non può venire dopo la presa d’atto che siamo immersi nel divenire” Frase che condivido pienamente. Nonostante, penso che mai potremmo prendere atto di essere immersi nel divenire se non sorgesse un giorno almeno il dubbio che la realtà è illusoria. In questo senso c’è un prima e un dopo. Parlo dei primi passi, della prima presa di coscienza, poi certo sono d’accordo con tutto quanto segue.

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