La coscienza crea la realtà e verifica il compreso [sentiero3]

Mentre sto scrivendo non compio solo l’atto dello scrivere ma la consapevolezza monitora in continuazione se ciò che scrivo è anche ciò che sento e se ciò che sento è compiuto o ha necessità di ulteriori indagini ed esperienze.

La coscienza crea la realtà e verifica il compreso e il non compreso: se ha dati incompleti organizza ulteriori approfondimenti, essa è quindi in continuo divenire: di vita in vita, di rappresentazione in rappresentazione[1], si struttura e quando è completamente strutturata non ha più necessità di specchiarsi, di manifestare il sentire acquisito attraverso i suoi corpi transitori, di ricercare nuove ampiezze di sentire nel mondo del divenire.

È la condizione in cui l’uomo è colui che noi definiamo l’iniziato, l’illuminato, l’evoluto, il santo.
Finita l’incarnazione presente non avrà più bisogno dell’esperienza nel divenire ed esperirà i suoi processi, che non sono certo terminati, in altro modo e su altri piani d’esistenza.

Allora l’umano esce dal ciclo delle nascite e delle morti e non ha più necessità di farvi ritorno perché ciò che poteva imparare in quella dimensione l’ha imparato.
Il cammino dal sentire relativo di cui fa esperienza al sentire assoluto che è il suo orizzonte, avverrà fuori dalla dimensione del tempo e dello spazio così come li ha conosciuti.

La realtà, così come noi la percepiamo, è creata dai sensi: quelli del corpo fisico rendono fruibile la realtà fisica; quelli del corpo emotivo la realtà delle sensazioni, delle emozioni, degli affetti; quelli del corpo mentale la realtà del pensiero. Un ipotetico visitatore di questo pianeta che non avesse la dotazione di sensi che abbiamo noi non percepirebbe niente.

La coscienza genera le scene che si sviluppano nel divenire e diventano realtà percepibile ai sensi dei vari corpi rivestendosi della sostanza mentale, di quella emotiva, di quella fisica.

La scena attiva, quella che viene rappresentata e percepita, è scena composta da tutte le materie di tutti i piani e produce impressioni sui sensi dei diversi corpi: queste impressioni sono dati che affluiscono alla coscienza affinché essa possa divenire consapevole del risultato della sua intenzione. Dal libro L’Essenziale.

[1] Il termine rappresentazione viene usato come sinonimo di vita a volte, altre ad indicare una sequenza di scene all’interno di una vita

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NB: il testo che compare in questi post in alcuni passaggi differisce sostanzialmente dal contenuto del libro, questo perché, nei dieci anni trascorsi, molte cose abbiamo approfondito e compreso meglio.
D’altra parte, oggi non riusciremmo a esprimerci con la semplicità di ieri mentre il nostro obbiettivo, nel riprendere questi contenuti, è proprio quello di dare a chi ci legge un testo semplice, per un approccio di base al Sentiero contemplativo.

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1 commento su “La coscienza crea la realtà e verifica il compreso [sentiero3]”

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