“Chi segue me non cammina nelle tenebre” dice Cristo. Egli ci ammonisce a imitare la vita e i suoi costumi affinché siamo liberi da ogni cecità. Non tutti sono istruiti dai Vangeli allo stesso modo; se vuoi intendere pienamente le parole del Salvatore devi conformare la tua vita a quella di Lui.
Ricordati che le parole, sia pure le più sublimi, non rendono l’uomo saggio e che l’occhio non si appaga di ciò che vede, né l’orecchio di ciò che sente. Se farai della vita del Cristo modello di perfezione per la tua, troverai fra le righe dei Vangeli una parte di te stesso.
Grande è la verità che si cela in quelle parole, verità che ti conduce a trovare te stesso. Se davvero tu fossi morto a quelle sensazioni che cercano di sviarti, allora sì che potresti gustare un saggio della celeste contemplazione.
Ricorda che niente è paragonabile alla felicità di chi, spezzando le catene dei sensi, non è attratto dalla materia che dai soli vincoli delle necessità e di chi conversa unicamente con Dio e se medesimo. E in questo conversare verrà un giorno che l’animo, diradando tutte le nubi, risalirà alla sorgente stessa d’ogni luce, all’eterna fonte d’ogni splendore, fine beata dell’esser suo e del suo immortale rapimento. Kempis
Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo
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