Il Cristo secondo il Cerchio Firenze 77/41: autenticità dei Vangeli

Questa sera siete ritornati sull’argomento dei Vangeli e, più precisamente, sulle notizie riguardanti la edizione primitiva di questi testi sacri.

Non posso fare altro che ripetere quello che già abbiamo detto altre volte; e cioè che questi libri, o queste Scritture, sono attribuiti agli Apostoli ma in realtà anche recenti studiosi hanno smentito  quello che si credeva anticamente, perché questi libri sono di più di un autore.

Ad esempio, il Vangelo secondo Matteo trae le sue origini dal così detto “Vangelo degli Ebrei”, il quale era una traduzione e rimanipolazione dell’Evangelo scritto dall’Apostolo Matteo in aramaico. Quindi voi comprendete che se l’Evangelo di Matteo, quale voi oggi lo conoscete, fosse giunto fino a voi senza subire ulteriori rimanipolazioni, non sarebbe ugualmente autentico, in quanto sarebbe già frutto di due rimanipolazioni: l’una quando dal primitivo Vangelo dell’Apostolo Matteo fu fatta la traduzione e la manipolazione che si chiamò “Vangelo degli Ebrei”, l’altra quando di questo “Vangelo degli Ebrei” venne poi fatta una traduzione e rimanipolazione che è stata chiamata nuovamente “Vangelo di Matteo”.

L’Evangelo di Luca è stato scritto da un certo Luca, effettivamente, il quale è autore degli “Atti degli Apostoli”, ed è il più recente. Poi abbiamo l’Evangelo di Marco, il quale fu un discepolo di Pietro, e scrisse questo Evangelo attingendo all’Evangelo di Pietro, il quale è andato perduto.

E infine abbiamo l’Evangelo di Giovanni, il quale dovrebbe essere quello che ha subito meno rifacimenti e dovrebbe essere stato scritto da Giovanni l’Apostolo. Però noi abbiamo detto, figli, che nessuno dei quattro Vangeli che voi conoscete è stato scritto da testimoni oculari; infatti tutti hanno subito delle rimanipolazioni per cui di effettivo, di scritto dal vero autore, ben poco è rimasto. Però fra tutti, ripeto, quello che dovrebbe essere venuto più direttamente a voi, dovrebbe essere quello dell’Apostolo Giovanni.

Domanda – Perché “dovrebbe”?

Dovrebbe, perché in effetti non è. Dovete cercare di comprendermi. Se ancora riesaminiamo tutto quanto, gli altri Vangeli sono stati scritti su testi già esistenti, vedi ad esempio l’Evangelo di Matteo. Il Vangelo di Marco è stato scritto da un certo Marco, discepolo di Pietro, ispirandosi al Vangelo di Pietro. Altrettanto dicasi di Luca, mi spiego? Il solo che non è stato scritto ispirandosi a un’altra opera già esistente è l’Evangelo di Giovanni e, quindi, in questo senso, dovrebbe essere più autentico degli altri, più consono alla Verità dei fatti.

Però anche questo, voi comprendete che nel passare degli anni, nel giro dei secoli, ha subito molte depauperazioni e aggiunte, per cui anche questo conserva poco. Ad esempio l’inizio di questo Vangelo, veramente bello e profondo: “Nel principio era la parola…” era molto più lungo e molto più significativo di quanto sia oggi. Però se noi vogliamo avvicinarci a comprendere lo Spirito del grande Maestro Cristo, dobbiamo studiare e meditare sul Vangelo di Giovanni perché in quei pochi passi che possiamo dire autentici rimangono delle Verità profonde. Vedi, ad esempio, l’inizio, le varie parabole, fra le quali quella del cieco nato e la fine stessa dell’Evangelo. Dali, 31 maggio 1959

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Catia Belacchi

Chiaro

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