Dopo che Mosè parla (in Genesi, ndr) dell’inizio di questo ciclo evolutivo (e non già dell’inizio del mondo, come taluno ha voluto credere) passa poi a parlare dei primi effetti di una nuova civiltà.
Intanto bisogna dire, e credo che sia abbastanza interessante per voi, che il primo capitolo della Genesi inizia con la seconda lettera dell’alfabeto ebraico. Voi sapete che ogni capitolo originariamente era numerato. In che modo? Cominciava il capitolo con la lettera dell’alfabeto ebraico corrispondente. Perché voi sapete che la lingua ebraica non ha numeri, è vero? Ma le lettere dell’alfabeto sono adoperate per numeri.
Parve strana agli studiosi, questa cosa; che l’inizio del mondo cominciasse non con il numero 1, ma con il numero 2. Questo è uno studio che potete fare benissimo anche voi. Così diverse sono le spiegazioni a questo fatto. In primo tempo si è creduto che, appunto, passando da uno scriba all’altro, vi siano state delle variazioni. Altre volte qualcuno ha spiegato che vi sia stata una specie di prefazione, la quale sia andata perduta. E così di seguito, congetture su congetture.
La vera ragione era, appunto, che Mosè non poteva parlare al semplice popolo ebreo, reduce da una schiavitù, nel quale ben poche erano le menti atte a comprendere di reincarnazioni e di alternarsi di civiltà. E quindi pensò bene di lasciare un foglio in bianco per far comprendere allo studioso che ricercasse il senso esoterico, che quello non era l’inizio del mondo, ma un secondo inizio, l’inizio di qualcos’altro. Mi spiego? E così infatti è.
Noi altre volte vi abbiamo detto che la storia del Paradiso Terrestre si riferisce alla civiltà di Atlantide: infatti da quella civiltà hanno avuto origine altre civiltà, fra le quali appunto la vostra. Ma avanti della civiltà vostra e di tutte quelle che hanno avuto origine da Atlantide, vi sono state altre civiltà, non solo quella di Atlantide. Anche questo vi abbiamo detto altre volte. La vostra scienza oggi riconosce che il mondo è molto più vecchio, assai più vecchio di quanto si poteva immaginare e credere diversi anni fa.
Però v’è e v’era, anche al tempo di Mosè, un libro segreto, un libro che cominciava con la prima lettera dell’alfabeto ebraico e che Mosè stesso conosceva. Questo libro che noi tante volte abbiamo rammentato e che oggi è andato, purtroppo per lo studioso, perduto: il Libro di Thot. Prima che Mosè iniziasse la sua, diciamo pure, teologia, egli stesso attinse da questo libro. E oltre che per far comprendere che quello che egli scriveva non era riferito all’origine del mondo ma all’origine di una nuova civiltà, egli volle lasciare una traccia che qualcosa, appunto, esisteva prima. Un libro col quale si poteva comprendere e spiegare, se non tutto, moltissimo.
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Per quanto concerne Caino e Abele, è appunto racchiuso in queste due figure un simbolismo. Voi sapete che Adamo non è il primo uomo, ma la prima umanità. Quale prima umanità? Quella che seguì alla umanità di Atlantide. E questa umanità ebbe dei figli: che cosa vuol dire questo? Che non fu una umanità chiusa a sé, non fu una sola generazione, ma dette origine a tante altre generazioni. E se questa prima umanità, dopo Atlantide, fu in un certo senso non evoluta (non come quella di Atlantide), la generazione successiva fu ancora meno evoluta, ed è logico che sia così (la nuova razza più diviene autonoma e più vede attenuarsi l’influenza atlantidea, e mostra i suoi limiti di comprensione, ndr). Così noi vediamo che, prima, abbiamo come simbolo della primitiva umanità Adamo, poi abbiamo invece, due simboli: Caino e Abele.
Vedete una certa analogia in tutto ciò perché da una umanità si ha un frazionamento, una divisione. Anche in questo vi è un significato esoterico. C’è una separatività ben netta e precisa fra i figli dell’umanità corrotta. In Caino e Abele sono simbolizzate molte cose: la lotta fra il bene e il male (qualcuno ha detto) e possiamo metterci anche questa perché non è effettivamente sbagliato. Vediamo un’altra cosa: che il male trionfa sul bene. Voi, molte volte, vivendo nel mondo, vedete che le persone che bene hanno agito, sono in fondo ricompensate male dal mondo.
Possiamo prendere una bellissima figura, la figura del Cristo che tanto bene portò all’umanità, eppure fu, dal lato umano, mal ricompensato. Voi vedete che le creature le quali nel mondo agiscono bene, finiscono sempre per essere tradite o bistrattate, appunto. E questo vi fa dubitare perché, da un’altra parte vediamo invece che certe creature le quali sono magari (mi sia concesso il giudizio) un poco prepotenti, hanno più dal mondo. E perché questo? È scritto nelle Sacre Scritture, è scritto nella storia di Caino e Abele.
Vi è una legge, e prima d’ora non ve ne abbiamo mai parlato, che colui il quale fa del bene a una creatura, riceve su di sé il peso di questa creatura. Così come il Cristo, venendo fra gli uomini per muoverli dalla cristallizzazione nella quale erano, ha ricevuto sulle sue spalle un karma umano, per così dire; e di questa legge noi abbiamo tantissime dimostrazioni, fra le quali possiamo scegliere questa: vi sono i così detti guaritori, i quali, non accorti, molte volte si ammalano della stessa malattia della quale soffrivano i loro pazienti.
Avrete sentito parlare di questi casi. Taluno di voi che ha visitato un infermo, uscendo poi, ha sentito su di sé una certa fatica, un malessere. È proprio una legge, appunto, di scambio. Ecco perché nella vita le persone che bene agiscono, molte volte prendono su di sé il peso che hanno tolto ad altre creature, ed ecco perché soffrono. Ma non temete, non pensate che effettivamente il male, come voi dite, possa trionfare sul bene. Non è così, figli cari. È così solo apparentemente e non dovete essere tratti in inganno dalle apparenze. Noi vi stiamo parlando dell’intimo dell’uomo: vi stiamo dicendo che non si può giudicare dalle azioni, cioè dall’apparenza. Che l’uomo si può conoscere solo dalla intenzione, da quella sola. Dali, 11 gennaio 1959
Fonte: raccolta di brani sul Cristo del Cerchio Firenze 77 | Tutti i post del ciclo
Post molto interessante