Interrogativi sulle varianti non vissute [CF77-Fr19]

Da: Il libro di François, Cerchio Firenze 77. Nell’eterno presente devono esistere le due versioni. Ricordate la storia del soldato che può scegliere di uccidere o di non uccidere? E questo andrebbe ancora bene.

Ma come si concilia la possibilità dell’uomo di scegliere, con l’esistenza reale delle due scelte? Se l’eterno presente è l’archivio dossier di tutto quanto è percepito creato dal sentire, come possono esistere due o più versioni di una stessa storia, quando di queste due o più versioni una sola è percepita, anzi una sola è creata-percepita? Come si spiega la scelta del soldato per un verso o per l’altro?

Cioè, se quel soldato fa una scelta, segue una strada, come può esservi nell’archivio dossier la strada non scelta? Quella che il soldato non ha vissuto? Chi ce la fa entrare in quell’archivio? Chi ce la mette? Come può esservi, in un archivio, una cosa che non viene mai creata-percepita da un essere? Ecco, questo è il problema: come può essere nell’eterno presente la variante che nessun sentire in senso Iato percepisce? Questa è la domanda.

II discorso dell’eterno presente, il discorso del creare, da parte del sentire, le situazioni del mondo della percezione: tutto ciò è chiaro, logico e conseguente; l’unica cosa, invece, che sembrerebbe assolutamente non comprensibile, è il discorso delle varianti. Come è sempre stato detto, esse esistono nelle diverse versioni, come diversi rami della stessa storia, che esistono tutti nella identica maniera; non ce n’è uno che sia più importante degli altri, uno che sia disegnato in atto e gli altri in potenza. Infatti, se c’è una scelta reale da parte dell’individuo, se veramente c’è questa libertà di scegliere, allora esistono tante versioni della storia quante sono queste possibilità di scelta, ed esistono tutte identicamente come creatività, come forza, come materia, come sostanza.

Ma questo come può essere se è il sentire che, a un certo punto, crea queste diverse versioni, queste varianti? E proprio l’affermazione dei maestri, secondo cui esiste solo ciò che sente e ciò che è sentito, che ci pone l’interrogativo: «Come può esistere il ramo della variante che non è percepito dall’individuo, cioè la scelta scartata? Come può esistere, se esiste solo ciò che sente o che è sentito?».

Forse qualcuno potrebbe dire che il ramo scartato potrebbe essere sentito dagli altri, è vero? Per esempio, la storia di voi che adesso siete qui, oppure che, avendone la possibilità, siete anche previsti da un’altra parte, a un’altra riunione di amici; ecco, qualcuno potrebbe dire che, se voi scegliete questa storia, l’altra potrebbe essere percepita dagli altri amici.

Ma il discorso non è questo, perché anche se l’altra è percepita dagli amici, essi la percepiscono dal di fuori e non dal di dentro; e le vostre emozioni, desideri, pensieri (che esistono pure essi nella variante non vissuta!), chi li crea se nessuno li percepisce, se nessuno li sente? E proprio questa la domanda che può essere motivo di riflessione da parte vostra e sulla quale, prima di avere la risposta dai nostri maestri, vi invito a riflettere.

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Natascia

Diverse volte con Catia abbiamo affrontato l’argomento. Lei più analitica cercava una soluzione al dilemma. Da parte mia c,era un prendere atto che non potevo trovare una risposta ad oggi e mi bastava.

Ora che le guide, lo pongono come tema, spero di poter avere anche la risposta.

Catia Belacchi

È la domanda che mi sono posta anche io e che non mi faceva quadrare i conti. Se una variante è generata dal sentire e deve essere percepita, chi genera e sente quelle varianti non vissute?
Se non ricordo male ne “La fonte preziosa”
Kempis afferma che quelle varianti sono sentire dalla Coscienza Assoluta ma viene percepita, dall’infividuo, solo quella che il sentire personale genera .
È una risposta che chiude il cerchio, tuttavia, la logica mi sembra un po’ farragginosa, un guazzabuglio, per dirla come direbbe Soggetto.
Le comprensioni che con il sentire umano non sono ancora pronte, si rimandano alle leggi che emanano dall’Assoluto.
Come dire : non c’è spiegazione diversa da questa.

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