Da: Il libro di François, Cerchio Firenze 77. Se si guarda la questione delle varianti dalla parte del divenire si cade in questa domanda: «Se viene percepita una sola variante, le altre cosa ci stanno a fare?».
Mentre, invece, la questione va esaminata dalla parte della creazione del sentire, e allora dobbiamo dire che devono esistere tutti i possibili sentire, anche quelli in senso lato, e non solo i sentire di coscienza che fanno parte dello stesso essere; e siccome i sentire in senso lato delle varianti sono alternativi (o questo o quello: consiste in ciò la variante), allora l’individuo per giungere a quel dato sentire di coscienza può seguire, detto in modo semplicistico, questa strada o quella.
In termini di equazione matematica si direbbe: «Questo svolgimento o quest’altro». L’essere ne sente uno solo; ma per far esistere tutti i possibili sentire, ci debbono essere anche quelli che poi, per la loro alternatività, non vengono percepiti.
La risposta non è, quindi, sul piano umano. Su questo piano la domanda potrebbe suonare cosi: «Perché l’uomo deve essere libero? Dotato di una libertà vera?»; in fondo non c’è differenza. Voi, infatti, non sapete quando siete liberi veramente di scegliere e quando la vostra è solo una libertà supposta. Ma allora, potete chiedere, che necessità c’è che invece, a un certo momento, voi possiate godere di una vera scelta? E io dovrei rispondere che, dal punto di vista umano, non c’è nessuna necessità: non può essere diversamente da cosi, tanto è vero che delle scelte possibili, ovvero di varianti, se ne può percepire una sola. Ma dal punto di vista del costrutto logico, dell’equazione che si sviluppa, debbono esistere tutti i sentire, tutti logicamente conseguenti al sentire fondamentale che rappresenta il modulo fondamentale del cosmo: tutti debbono naturalmente svilupparsi.
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Mi sembra che non abbiate ancora compreso la funzione creativa del sentire, importantissima. La cosa davvero importante è lo svolgimento logico e conseguente di tutti i possibili sentire che partono dal primo, cioè dal modulo fondamentale del cosmo, con la conseguente funzione creativa.
A voi può sembrare inutile che venga creato il ramo di variante che non viene percepito. Ma non è importante tanto l’atto della percezione in sé, ovvero solo la percezione, nel senso che la percezione è alternativa e quindi, tra le possibili scelte, ne viene percepita una sola. Quello che è importante e che fa esistere il sentire relativo in tutta la sua gamma di svolgimento, è proprio ciò che viene creato: la creazione.
Chi è che crea? È il sentire individuale. Ma non è il sentire individuale che crea le varianti. Le varianti sono costruite dal sentire, si, ma non individualmente; sono costruite dal sentire quale Io si trova nella coscienza cosmica, non nella successione della percezione. L’importanza che sia creata la variante, anche se non viene mai percepita, sta proprio nel potere, nella capacità di creazione da parte del sentire coscienza cosmica.
Interessante grazie.