Dogen, Daigo: la conoscenza innata di tutti gli esseri 4

Tratto dal libro: Pratica e illuminazione nello Shobogenzo, a cura di A. Tollini, Ubaldini editore.

[4] Tra le quattro saggezze (citate sopra), non ve n’è una migliore delle altre, mentre le altre sono peggiori. Tutte queste saggezze realizzano la loro virtù. Stando così le cose, si deve apprendere il fatto che non esistono esseri animati o inanimati che non abbiano la “conoscenza innata”.

[Gudo Nishijima-Chodo Cross così traducono] Allora quale tipo di essere, senziente o non senziente, può essere privo di intelligenza innata? Dobbiamo studiarlo nella pratica.

Se c’è la “conoscenza innata”, allora c’è l’illuminazione innata, c’è la ricerca della verità innata, c’è la pratica innata.

Quindi, i Buddha e i patriarchi che son coloro che guidano gli uomini (verso la salvazione), sono definiti persone con l’illuminazione innata. È così perché trascorrono la vita attuando l’illuminazione. La loro è una illuminazione innata che ha approfondito pienamente la grande illuminazione. È così grazie alla loro capacità di far propria l’illuminazione.

Perciò, prendono i tre mondi447 e ne fanno la grande illuminazione, prendono la multiforme realtà di questo mondo e ne fanno la grande illuminazione, prendono i quattro elementi448 e ne fanno la grande illuminazione, prendono i Buddha e i patriarchi e ne fanno la grande illuminazione, prendono i kôan e ne fanno la grande illuminazione.
Tutti costoro attraverso la grande illuminazione hanno realizzato la grande illuminazione. Il preciso momento della quiddità, è il momento presente.

[Gudo Nishijima-Chodo Cross così traducono] Stando così le cose, realizziamo la grande realizzazione facendo nascere il triplice mondo, realizziamo la grande realizzazione facendo nascere i quattro elementi, realizziamo la grande realizzazione facendo nascere le centinaia di erbacce, realizziamo la grande realizzazione facendo nascere i patriarchi buddisti e realizziamo la grande realizzazione facendo nascere l’Universo. Tutti questi sono casi in cui si realizza la grande realizzazione e quindi si realizza di nuovo lo stato di grande realizzazione. Il momento giusto per questa realizzazione è adesso.

447 I “tre mondi” sono: “il mondo del desiderio”, “il mondo dei fenomeni” e “il mondo non fenomenico (o della liberazione dai fenomeni)”. Vedi anche nota n. 261 del Shinjin gakudô.

448 I “quattro elementi” sono: terra, acqua, fuoco, aria, cioè gli elementi fisici.


COMMENTO (Tollini)

[4] Queste quattro “conoscenze” o “potenzialità” sono “saggezze” perché tutte permettono di accedere all’illuminazione. Perciò, non ve n’è una migliore dell’altra poiché “tutte realizzano la loro virtù”, ossia tutte permettono di giungere alla meta. Tutti gli esseri animati e inanimati hanno la “conoscenza innata”, il tipo di conoscenza fondamentale la cui presenza stessa è certezza di illuminazione. Conoscenza innata significa illuminazione innata, cioè pratica innata.
Di fatto, secondo la concezione di Dôgen, l’illuminazione dell’essere umano (ma anche non umano) è già data, è una cosa già acquisita che aspetta solo di essere attuata pienamente. In questo senso, il fatto stesso di avere la conoscenza innata, di cui tutti siamo dotati è sinonimo di illuminazione. Ciò equivale a dire che appartenere a questa vita significa appartenere all’illuminazione.

I Buddha e i patriarchi sono persone dalla conoscenza innata che “grazie alla loro capacità di far propria l’illuminazione” sono diventati Buddha e patriarchi. Essi di tutto fanno la grande illuminazione, sia di ciò che è puro sia di ciò che è impuro; nulla, nelle mani dell’illuminato resta fuori dalla dimensione dell’illuminazione. Egli non illumina solo se stesso, ma illuminandosi illumina tutto il mondo, tutta la realtà senza lasciar fuori nulla.

Essi fanno del mondo una “perla luminosa”. “Attraverso la grande illuminazione hanno realizzato la grande illuminazione”. La grande illuminazione illumina i Buddha e i patriarchi, ma i Buddha e i patriarchi illuminano se stessi. Tuttavia, I Buddha e i patriarchi illuminano la grande illuminazione, che in definitiva null’altro fa che illuminare se stessa, in questo preciso momento che è un qualunque “questo momento”.

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Catia Belacchi

D’accordo con quanto scrivi rispetto agli esseri inanimati che posseggono la “conoscenza innata”.

Se c’è la “conoscenza innata”, allora c’è l’illuminazione innata, c’è la ricerca della verità innata, c’è la pratica innata.“.

Se queste qualità sono innate devono comunque essere portate alla luce attraverso le esperienze, la pratica, lo studio…
Se guardiamo all’Essere sono gìà, ma se guardiamo al divenire devono essere realizzate.

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