M.Pesce: Gesù, l’assoluta concentrazione su Dio 1

Tutta l’attività di Gesù che ci è nota dai vangeli è stata caratterizzata da una pratica di vita radicale.

Questa pratica di vita consisteva nell’avere abbandonato il proprio lavoro, la propria casa e i propri beni e nel vivere in costante itineranza per incontrare le persone del suo popolo in modo diretto, faccia a faccia. Lo scopo fondamentale di questa scelta di vita era quello di permettere una assoluta concentrazione su Dio per permettere a lui di intervenire nella propria vita. Il suo annuncio dell’avvento imminente del regno di Dio è strettamente collegato a questa pratica di vita.

Dio deve intervenire nel mondo, ma per accoglierlo sono necessarie delle condizioni. Solo una pratica di vita radicale come quella scelta da Gesù permette a Dio di intervenire. La pratica di vita di Gesù e il suo annuncio del regno di Dio come idea centrale della sua attività ci mettono di fonte al fatto fondamentale che ci permette di capire il centro della personalità di Gesù: la sua assoluta concentrazione su Dio. Gesù è convinto che Dio interverrà presto e trasformerà radicalmente la vita della gente, del popolo di Israele e anche dei non ebrei e la stessa natura, la terra intera.

Non si può perciò capire la figura storica di Gesù se non si prende in seria considerazione il fatto che egli voleva, cercava e pensava di avere → un rapporto diretto con Dio.
Ora gli uomini pensavano di avere un rapporto con la sfera soprannaturale tramite una serie di strumenti: sogni, visioni, ascolto di voci, rivelazioni, viaggi celesti, estasi, possessioni da parte di spiriti, magia, rituali religiosi come preghiera, divinazione, sacrificio.

Possiamo definire tutte queste forme come “forme di contatto con il sovrumano o il soprannaturale”, intendendo per sovrumano o soprannaturale tutto ciò che in una determinata cultura appare come superiore alle forze dell’uomo. È noto che in ogni cultura il concetto di sovrumano può variare. Ciò che appare sovrumano in una cultura può essere invece considerato umano in un’altra.

Visto che per Gesù il contatto con Dio era l’aspetto fondamentale, dobbiamo domandarci se Gesù ha usato delle forme di contatto con il sovrumano o soprannaturale e quali di queste forme. Nel linguaggio moderno chi ha un contatto molto intimo con la divinità viene spesso definito “mistico”. Il termine “misticismo” è moderno, ad esempio nella lingua inglese sembra apparire per la prima volta nel 1730. L’aggettivo mistico è invece molto più antico ed è testimoniato in inglese e francese almeno nel XII secolo. Il latino conosce l’aggettivo mistico, ma esso assume il significato moderno solo, sembra, nel tardo medioevo, ad esempio in Jean Gerson (1363-1429), autore di una Theologia mystica.

Non è vero che la lingua greca antica conoscesse il nostro concetto moderno di mistica. I termini mystês, mystikos, mistêria, mystêrikos, non significano “contatto intimo con Dio”, ma iniziato, iniziatici, rituali esoterici, ciò che è relativo a questi rituali.
Non si tratta però di questioni pedanti di parole. Ciò che conta è la sostanza. Ormai il termine “mistica” fa parte della nostra cultura ed è importante rendersi conto che è un nostro concetto e che bisogna definirlo chiaramente.

Fonte: Gesù mistico?, 2012, Academia
Mauro Pesce

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