Fonti: Il cammino religioso, Bendowa, Stella del mattino. Tollini, Pratica e illuminazione nello Shobogenzo, Mediterranee.
Questo materiale è finalizzato alla formazione dei monaci del Sentiero contemplativo e non ha altra finalità. Il curatore interviene per interpretare Dogen alla luce delle comprensioni e interpretazioni proprie del Sentiero e non è mosso da alcuna intenzione esegetica.
❓ 6 «Nella tradizione dell’insegnamento di Śākyamuni, tra le azioni comuni quali camminare, fermarsi, sedersi, star sdraiati, perché si dice che grazie al sedersi è possibile incontrare il vero sé? Insomma, perché fare zazen?»
Risposta «Non è possibile capire, per quanto si cerchi di renderlo comprensibile a parole, il modo di procedere di coloro che dall’antichità ricevettero e trasmisero correttamente l’insegnamento di Śākyamuni. Per cui alla domanda: “Perché sedersi?” non vi è altro modo di rispondere che così va fatto, dato che l’insegnamento di Śākyamuni è fare zazen. Insomma, se non si fa zazen non si può comprenderlo, e, senza fare zazen, non ha senso chiedere il perché del farlo. Coloro che hanno ricevuto e a loro volta trasmesso l’insegnamento di Śākyamuni, hanno elogiato lo zazen perché è la migliore e la più confortevole fra le posizioni che l’uomo può assumere: cioè camminare, star fermo, sedersi, stare sdraiato. Sono così moltissime le persone che finora hanno fatto zazen».
Perché qualcuno, a un certo punto della sua vita, si siede in zazen? Chi è satollo di sé si siede? Costui non cerca neppure una via perché quello che ha gli basta. La domanda corretta dovrebbe essere: “Perché qualcuno si avvicina a una via e ne assume l’insegnamento e la pratica? Perché si sente mancante e avverte in sé una spinta, una pressione, o se preferite, un’attrazione, verso una dimensione ancora sconosciuta ma avvertita come determinante.
Nel Sentiero diremmo, parafrasando il Cerchio Ifior: “Perché il richiamo della Vibrazione Prima non è più eludibile”. Approcciata una via, poi se ne assume l’insegnamento e la pratica. Perchè lo zen? Perché si sente il richiamo a un approccio senza fronzoli, radicale, essenziale e si è capaci di una certa disciplina.
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