Dogen, Busshō: ogni cosa che è sentita, è natura autentica 3 [busshō3.1]

[Traduzione Forzani-Mazzocchi] Ora, questo non è il modo di percorrere la via né per l’anziano né per il principiante. Per esempio, se anche tu diventi esperto in comprensione e conoscenza, la comprensione e conoscenza non ha a che fare con il tuo darti da fare.

Per esempio, anche se diventi esperto nel darti da fare, il tuo darti da fare che rapporto ha con la natura autentica? Se c’è l’apprendere cos’è il vero darsi da fare, c’è anche l’apprendere il vero conoscere e realizzare il risveglio.

[Tollini traduce] Quindi, se studiate la conoscenza della realtà, essa non è l’agitazione. Quindi, se studiate l’agitazione, essa non è nel modo [che credete che sia]. Se poteste comprendere la vera agitazione, allora otterreste la vera comprensione della realtà.

[Continua Forzani-Mazzocchi] La natura che partecipa di Budda bagna l’altra sponda, bagna questa sponda. La natura autentica, davvero, è ogni cosa che è, perché ogni cosa che è è natura autentica. Ogni cosa che è non è frantumata nelle cento cose, né consiste in una solida sbarra di ferro. Non è il grande, non è il piccolo, perché è come scuotere il pugno chiuso, che è intero indipendentemente dalla sua misura (che è una unità indipendentemente dal fatto che la mano sia aperta o chiusa, ndr). Già ora si chiama natura autentica, e quindi non è nel voler mettersi spalla a spalla con i santi, e neppure nel fare paragoni con la natura autentica stessa.

[Tollini traduce] Buddha e natura: se raggiungete l’uno, raggiungete anche l’altro. 97 La natura-di-buddha è sicuramente tutto l’esistente, poiché tutto l’esistente è la natura-di-buddha. Tutto l’esistente non si riferisce a una moltitudine di cose diverse, e neppure a un solo pezzo di ferro.99 Poiché è un pugno levato in alto, non ha a che fare con il grande e con il piccolo. Quando davvero parlate della natura-di-buddha, essa non dev’essere eguagliata ai santi e neppure eguagliata alla natura-di-buddha stessa.100

97 Chi comprende il buddha comprende anche la natura originaria dei fenomeni e viceversa perché buddha e natura sono due facce della stessa medaglia. Come si dice nella frase successiva, natura-di-buddha e tutto l’esistente coincidono.

99 Tutto l’esistente (shitsuu) non è la somma di cose sparse e non si riferisce neppure a una singola cosa particolare. Piuttosto, con una immagine singolare, è paragonato a “un pugno levato in alto”, come dice subito dopo, cioè è semplicemente un fenomeno, non commensurabile.

100 La natura-di-buddha non deve essere rapportata ai santi perché è un fenomeno che investe tutto e tutti, anche gli esseri ordinari. Inoltre, non dev’essere eguagliata neppure a se stessa, perché altrimenti è ristretta entro dei limiti. Ciò, forse significa che la natura-di-buddha non dev’essere eguagliata al concetto di natura-di-buddha.

[Carl Bielefeldt traduce] Il Buddha, essendo in armonia con la Natura del Buddha, è presente ovunque, sia qui che là. La Natura del Buddha è ciò che abbiamo in modo incondizionato, poiché ciò che possediamo in modo incondizionato è la Natura del Buddha. Ciò che abbiamo in modo incondizionato non è un frammento di qualcosa che è stato ridotto in centinaia di pezzi, né è qualcosa di indifferenziato come una barra di ferro solido. È per questo che un Maestro brandisce il pugno per mostrarlo. È al di là dell’essere grande o piccolo. Ciò che abbiamo chiamato ‘Natura del Buddha’ non deve essere equiparato a ‘ciò che è santo’, né, in effetti, deve essere equiparato alla Natura del Buddha stessa.

C’è un tipo di persone che pensa che la natura autentica sia come il seme di una pianta. Qualora è irrorata dalla pioggia assidua della vera legge (darma) si sviluppano gemme e steli, si fanno lussureggianti i rami, le foglie, i fiori, i frutti. Il frutto poi produce altra semenza. Dare per scontata una simile opinione è senso comune. Per esempio, anche se questa è l’opinione più usuale, bisogna arrivare a capire che semenza, fiori e frutti, tutto, uno per uno, è cuore palpitante*.

Dentro al frutto c’è seme; il seme non si vede, però fa vivere radice e stelo. Senza neppure comporli appositamente, un piccolo numero di rami sfoggia un grande cerchio; non è questione di dentro o fuori, è la pienezza che attraversa i tempi. Anche se da una parte adottiamo la visione dell’uomo comune, nondimeno radice, stelo, ramo, foglia: tutto vive la stessa vita, tutto muore la stessa morte**; è lo stesso ogni cosa che è che diviene natura autentica.

Fonte: Busshō. La natura autentica, di Eihei Doghen. A cura di Giuseppe Jiso Forzani. Edizioni EDB, Bologna, marzo 2000.


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Catia Belacchi

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