Dōgen, Busshō: commento (2) di Jiso Forzani a Busshō 6 [busshō6.3]

Non bisogna ostacolare il libero fluire del senso di natura autentica niente con preconcetti e pregiudizi: per questo non bisogna mai cessare di interrogarsi e interrogare ogni situazione della vita.

Infatti, non viene mai meno quel rapporto intimo, vitale e sempre nuovo con la realtà che è la natura autentica di ogni istante della vita, che non si ripete mai, che non è mai la copia di un altro istante, per cui non posso esimermi di pormi ogni volta completamente in gioco. Devo obbligare persino la natura autentica a interrogarsi su se stessa!

Natura autentica niente non è qualcosa da cercare a tentoni, qua e là, perché non si capisce bene cosa sia. Per quanto si possa essere presi dal dubbio, per quanto sentendo dire niente ci possa prendere lo sgomento, siamo comunque sostenuti dal fondamento che è la gratuità della vita, dal tempo concreto dell’esistere, dalle varie circostanze contingenti e concrete, dal nostro effettivo modo di essere, dal presente che si fa presente spontaneamente.

Fonte: Busshō. La natura autentica, di Eihei Doghen. A cura di Giuseppe Jiso Forzani. Edizioni EDB, Bologna, marzo 2000.

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