“Tutti voi siete in continuazione condizionati e non soltanto da ciò che è esterno a voi, ma principalmente e in modo essenziale da ciò che è interno a voi, ovvero da ciò che accade nei vari piani della vostra personalità.
In realtà, tutto sommato, contrariamente a quanto le varie correnti psicologiche tendono ad affermare, ciò che è esterno a voi non vi condiziona tanto quanto potete credere o, meglio: il tentativo di condizionamento può esservi ma questo condizionamento non può agire se voi al vostro interno non siete disposti a lasciarvi condizionare. Ecco perché è necessario, per poter essere uomini liberi, per potervi avvicinare veramente a quella idea di libertà che voi così amate, che riusciate a comprendere ciò che siete, ad arrivare a conoscere voi stessi, i vostri perché, i vostri impulsi, le vostre intenzioni.
Perché è soltanto modificando questa parte di voi stessi che arriverete a modificare la possibilità di essere condizionato dall’esterno.”
Cerchio Ifior, L’Uno e i molti, pag. 149
Apparentemente siamo tutti d’accordo su questa affermazione ma, nei fatti, non so quanto la comprendiamo. Noi, nel Sentiero, esprimiamo lo stesso principio dicendo: “Non ci sono né vittime né carnefici” ed è forse un’affermazione un po indigesta.
Se guardiamo a tante realtà personali e sociali ci sembra che un’affermazione di questo tipo sia dettata da insensibilità; se dalla realtà sociale scendiamo nella realtà personale e da questa nella realtà esistenziale del singolo, nell’intimo delle dinamiche del singolo, possiamo vedere un panorama molto diverso.
Esteriormente leggiamo la realtà nei termini di giusta-non giusta, libera-non libera; interiormente vediamo il condizionamento del nostro egoismo, della paura, dell’ignoranza, della resistenza al cambiamento.
Domanda: possiamo continuare a leggere la realtà sociale separata dalla realtà intima dei soggetti che quella società costituiscono?
Altra domanda: possiamo continuare a sentirci vittime di qualcuno o qualcosa e non realizzare che l’unico problema risiede nel profondo di noi?
Che lì sorge il condizionamento che ammorba la nostra vita personale e quella condivisa, sociale?
In altri termini: ci condiziona ciò che ancora non abbiamo compreso: le aree di condizionamento svelano i campi, gli aspetti del nostro essere, su cui siamo invitati a lavorare e a misurarci.
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