[Sommario AI] La comunicazione tra individui, anche se basata sull’apparenza e non sulla realtà, possiede una sua verità, pur essendo soggettivamente interpretata.
La percezione del mondo fisico è una visione parziale della sostanza divina indifferenziata, limitata dai sensi, creando un’apparenza soggettiva.
La comunicazione avviene attraverso le apparenze, ma esiste realmente, intensificandosi con l’amore vero, che è una vibrazione del sentire.
La vera comunicazione, o comunione, risiede nel mondo del sentire, al di là del ciclo di nascite e morti, o nel momento della fusione. [/S]
Fonte: Il libro di François, Cerchio Firenze 77 Quando parliamo tra noi o ci guardiamo, comunichiamo in qualche modo l’uno con l’altro, oppure ognuno si rappresenta I’altro?
Possiamo dire che una sorta di comunicazione c’è. Abbiamo detto che nei mondi della percezione la comunicazione è sempre basata sull’apparenza, su ciò che appare, e mai sulla realtà. Però c’è come un comun denominatore, e cioè: non è che io adesso sto parlando con voi, voi vi rappresentate François, e François non esiste; non è cosi, perché il rapporto è necessario a tutti noi, a voi e a me; e quindi è un rapporto che, se anche non è reale e vero, nel senso di porre in contatto le nostre verità, la mia con la vostra verità (come invece avviene nel mondo del sentire), tuttavia è un rapporto che ha una sua verità. E questo anche se ciascuno poi interpreta questi suoni, che sono le parole, e anche il significato delle parole, in una sua maniera soggettiva.
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Allo stesso modo, del resto, ciascuno interpreta tutto il mondo nel quale è immerso. Ma questo non significa che non vi sia comunicazione. C’è comunicazione, a meno che non sia un discorso che riguarda le varianti. Ma di questo non ci interessiamo, altrimenti entriamo in una complicazione che al momento non serve.
Piuttosto facciamo l’esempio non di François, bensì di un incarnato. Quando si è legati ai sensi del corpo fisico, già lo sapete, si vede una parte della divina sostanza indifferenziata; e la si vede parzialmente. Da questa visione parziale, l’essere trae fuori l’ambiente fisico, il piano fisico con le tutte sue leggi, le sue materie, i suoi colori e cosi via, cose che non esistono in sé oggettivamente perché sono patrimonio di coloro che osservano una parte della divina sostanza indifferenziata con certe limitazioni, attraverso certi sensi che la limitano.
Ma non è che tu vedi solo una parte della divina sostanza indifferenziata, intesa come materie del piano fisico: vedi anche degli esseri, i quali sono anch’essi costituiti, nel loro corpo fisico, di divina sostanza. Tu vedi questi esseri, ed è con questi esseri che comunichi. E una comunicazione mediata attraverso il mondo delle apparenze, della percezione; però una comunicazione certamente c’è.
Quando poi ci si ama veramente, allora c’è una maggiore comunicazione, diciamo; c’è infatti una vibrazione del sentire vero e proprio. Però, ripeto, la vera comunicazione è la comunione, è nel mondo del sentire, è lasciata la ruota delle nascite e delle morti, oppure nel momento della fusione.
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