Dōgen: “Principi dello zazen”, comparazione scritti 7 (zen13)

Fonte: capitolo “Documenti” (parte settima) del MANUALE DI MEDITAZIONE ZEN, di Carl Bielefeldt. Berkeley e Los Angeles: University of California Press, 1989. Pp. 259.
Con l’integrazione della traduzione del Fukanzazengi della Stella del mattino, di A. Tollini, di Nishijiama e Cross.

Confronto tra la versione Tenpuku (1233, ndr) del Fukan zazen gi (FKZZG [1]) con le seguenti:
A. CYCK: Ch’an-yüan ch’ing-kuei Tso-ch’an i di Tsung-tse (1103, ndr)
C. FKZZG (2): Koroku Fukan zazen gi (1243, ndr)
D. SBGZ: Shobo genzo zazen gi
E. BDH: Bendo ho, sezione “zazen ho”.

Corsivo (riportato qui dal curatore solo nei casi più rilevanti):
in FKZZG, passaggi non comuni a (1) e (2)
in altri testi, passaggi non comuni a FKZZG

Il grassetto è sempre del curatore e sta a indicare passaggi rilevanti o cambiamenti sostanziali: argomenti che verranno affrontati nei commenti che seguiranno.

Cyck
Mantieni i fianchi, la schiena, il collo e la testa allineati, facendo in modo che la tua postura assomigli a uno stupa. Ma non forzare il corpo verso l’alto troppo a lungo, per non rendere la tua respirazione forzata e irregolare. Le orecchie dovrebbero essere allineate con le spalle e il naso con l’ombelico. Premi la lingua contro la parte anteriore del palato e chiudi le labbra e i denti.
Gli occhi dovrebbero rimanere leggermente aperti, per evitare la sonnolenza.
Se raggiungi il samadhi [con gli occhi aperti], sarà il più potente. Nei tempi antichi, c’erano monaci eminenti nella pratica della meditazione che si sedevano sempre con gli occhi aperti. Più recentemente, il maestro Ch’an Fa-yun Yuan-t’ung ha criticato coloro che si siedono in meditazione con gli occhi chiusi, paragonando [la loro pratica] alla caverna dei fantasmi della Montagna Nera. Sicuramente questo ha un significato profondo, noto a coloro che hanno padroneggiato [la pratica della meditazione].

Fkzzg (1)
Le orecchie devono essere in linea con le spalle e il naso in linea con l’ombelico. Premete la lingua contro la parte anteriore del palato e chiudere le labbra e i denti. Gli occhi devono rimanere sempre aperti.

Fkzzg (2)
Le orecchie dovrebbero essere allineate con le spalle e il naso in linea con l’ombelico. Premi la lingua contro la parte anteriore del palato e chiudi le labbra e i denti. Gli occhi dovrebbero rimanere sempre aperti. Respira delicatamente attraverso il naso.

Sbgz
Le orecchie dovrebbero essere allineate con le spalle e il naso in linea con l’ombelico. Premi la lingua contro la parte anteriore del palato. Respira attraverso il naso. Chiudi le labbra e i denti. Gli occhi dovrebbero rimanere aperti, né troppo spalancati né troppo socchiusi.

Bdh
Le tue orecchie dovrebbero essere allineate con le spalle e il tuo naso in linea con l’ombelico. Premi la lingua contro la parte anteriore del palato e chiudi le labbra e i denti. Gli occhi dovrebbero essere ben aperti, né troppo spalancati né troppo socchiusi. Non lasciare che le palpebre coprano le pupille, né che il collo si discosti dalla schiena. Lascia che il respiro passi attraverso il naso; non affannarti o ansimare, non rendere il tuo respiro troppo lungo o troppo corto, troppo delicato o troppo forzato.

[Pubblichiamo alcuni materiali relativi alla zen, alle sue origini e al suo sviluppo nella convinzione che molto si possa indagare non mossi da una intenzionalità speculativa e intellettuale, ma dall’esigenza di chiarire i cardini fondamentali del pensiero di Dōgen – e dello zen classico – quali, tra gli altri, l’equiparazione tra pratica e illuminazione o il senso stesso di pratica e tanto più quello di illuminazione. Cardini non secondari per la vita e l’esperienza di un contemplativo che a ogni istante del suo esistere si confronta con questi temi e dunque si interroga e propone la sua interrogazione.
Dopo la pubblicazione di alcuni materiali che preparino il terreno e illuminino su una complessità mai esaurita, affronterò questi temi:
1. La realtà che definiamo Essere, o natura autentica.
2. Cosa si intende per illuminazione nel Sentiero e l’irrealtà dell’illuminazione istantanea.
3. Cosa si intende per pratica e l’azzardato e relativo parallelo tra pratica e illuminazione.
4. La demitizzazione della nozione di pratica e di illuminazione e la reale tensione tra divenire ed Essere.
5. Formazione e contemplazione in una via spirituale nel XXI secolo. Qui la raccolta dei post]

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