La pratica della disconnessione continua da ciò che recitano la mente e l’emozione (l’identità), dà luogo ad una rarefazione, ad un vivere sospesi.
Non di qua, non di là, in un territorio di nessuno.
Senza appartenenza, senza adesione, senza legame.
Liberi di essere trasportati dal vento.
Irrilevanti.
Senza il problema di cadere, non perché non si possa cadere, ma perché è ovvio che si cade e si riviene presi dal vento.
Liberi dal proprio peso perché ciò che viene comunemente inteso come peso è vissuto come possibilità, come vita che accade.
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