Le vie, il cuore, lo zen

Prendo spunto dal post di Alessandro di ieri. Che cos’è una via? Un cammino incontro a sé stessi, al processo del conoscersi, del divenire consapevoli, del comprendere.
Il cammino da ego ad amore. Quante vie esistono dal nostro punto di vista? Una sola, la vita.
Quelle che definiamo “via del cuore”, “via dello zen”, “via della logica”, “via delle religioni” e in molti altri modi, non sono che declinazioni particolari, caratterizzazioni e specializzazioni della grande via che è la via del vivere.
Vivere basta a se stesso e in sé non c’è bisogno di alcuna via ma l’uomo, soprattutto per transitare nella vita con un minor tasso di dolore, impara a interpretare sé e il proprio esistere e queste interpretazioni le chiama vie.
La via del cuore può stare con lo zen e il suo spazio rarefatto? Molti aspetti apparentemente opposti e inconciliabili trovano una sintesi nel vissuto: là dove la mente divide, l’esperienza e il sentire conciliano ed integrano.
Il cuore porta calore nello spazio del niente, se  a quel calore non siamo vincolati.

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3 commenti su “Le vie, il cuore, lo zen”

  1. “Il cuore porta calore nello spazio del niente, se a quel calore non siamo vincolati.”
    la lascio che rumini dentro, questa notte, nel sonno.
    perchè mi può aiutare molto questo spunto.

    perchè interpretare sé e un cammino riduce il tasso di dolore?

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  2. per anni mi son chiesta se la via del cuore e quella della meditazione (vuoto) ,zen potevano coabitare o a un certo punto accadeva una sola direzione.
    Col tempo, osservando lo scorrere della Vita ho visto che potevo vivere
    tutte e due interconnessi , disconnessione e spazio cuore.
    Quando sono nel dare, nell’offrire, donare, condividere e’quello
    spazio chiamato cuore, in totalita’ dell’Essere.
    Poi durante il giorno spesso mi porto a zero, disconnetto, vuoto.

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  3. Ieri ho incontrato una persona con stoffe marmi intarsi opulenza ridondanza tutto troppo, troppa roba, troppi colori, troppi tendaggi, troppo lusso. C’è ridondanza e c’è opulenza non diversamente da come altre volte c’è il vuoto e la semplicità. E’ solo l’io che viene scosso, travolto, preso per mano e portato a spasso. Per me, anzi per io, profondo esercizio.

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