Come barchette di foglie di canna

Cara Maria, quand’ero ragazzo stavo in campagna, a poche centinaia di metri dalla foce del fiume Cesano. Da un cisterna partiva un canale che portava l’acqua nei campi; sedevo sul suo bordo, facevo barchette con le foglie di canna e poi le liberavo sull’acqua. Letteralmente le liberavo e le seguivo nel loro tragitto: leggere e fragili sbattevano, giravano su se stesse, si capovolgevano ma l’acqua comunque le portava, troppo inconsistente il loro essere per rappresentare un problema per la corrente.
Così siamo noi Maria, piccoli e inconsistenti, la vita ci porta secondo il suo progetto nel silenzio del nostro lasciarci portare.

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3 commenti su “Come barchette di foglie di canna”

  1. caro Roberto, condivido si cosi e’ , barchette sul fiume dove la VITA scorre.
    nel mio sentire non c’e’ nessun libero arbitrio.
    grazie di questa tua condivisione

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