Dove le cellette non sono mai pentagonali

La lezione di yoga del mercoledì mattina è dedicata a un gruppo di persone che provengono da diversi CDD (centri diurni per disabili).
Il disordine pare sia nella loro mente e, di riflesso, nelle emozioni e nel corpo.
Alla fine della lezione ci si ritrova nello spogliatoio.

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Hai visto la vita?

Quasi trent’anni fa abbiamo scelto in contemporanea lo stesso dolcetto al bar di fronte all’Università Statale e ci siamo conosciute dividendolo. Da quel momento apparteniamo alla stessa officina, in quella prossimità talvolta scomoda dei compagni di vita, nella saldezza modulata dei rari rapporti destinati a durare.

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La distorsione della realtà prodotta dalla mente

Spesso la mente gioca brutti scherzi. Pretende di poter sapere, prevedere, programmare ogni cosa a priori. Crede di poter conoscere sempre come andrà a finire. E’ arduo per lei arrendersi di fronte al fatto che, in realtà, nonostante gli schemi, le previsioni, i progetti, gli esiti sono tutto fuorché certi.

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Il diritto di chiedere. Silvano

Silvano (nome di fantasia) oggi è un uomo libero. È un amico. Ci siamo conosciuti negli ultimi anni della sua detenzione, grazie a lui si sono aperte le porte blindate che separano il mondo carcerario da quello “di fuori” rendendo possibile avvicinarsi ad un concentrato di umanità che ha il potere istantaneo di livellare, come direbbe Totò, di riportare all’essenza comune. Silvano da piccolo voleva fare il poliziotto, ma quando lo ha detto a suo papà ha preso le botte, perché il papà stava dall’altra parte, quella dei briganti.

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Il primo “altro da sé” ad affacciarsi è mio padre

Papà era un omone alto quasi due metri e il suo fisico si intonava alla grandezza interiore. Mi ha mostrato come si vive e come si muore e, in mezzo, a non dare niente per scontato.
Mi ha insegnato cos’è l’amore incondizionato per i figli, senza aspettative, gratuito, rispettoso, libero, responsabile.

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‘Esploratori dell’assoluto’

Muovendoci nel fiume tutti insieme, ieri mattina, ho avuto l’immagine di una spedizione che stava esplorando terre non conosciute.
Da qui gli esploratori. Ma di cosa?

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Quando smetto di protestare

La mia mente precipitosa mi fa credere che quello che accade oggi avrà certe conseguenze domani, e quali conseguenze! Con una velocità sorprendente, tale da sfuggire alla mia attenzione, si avventura in una serie di concatenazioni catastrofiche fino ad arrivare a farmi pensare che “domani” potrei organizzarmi per chiedere l’elemosina, tutto per un guasto ipotetico al motore. Ma dove vai? Aspetta, non correre alle conclusioni, aspetta, “ogni giorno ha la sua pena“, aspetta.

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