La reale natura contemplativa degli intensivi che forse vi sfugge

Le persone che frequentano gli intensivi, soprattutto se non sono assidue, corrono il rischio di non comprendere e non assaporare la reale natura contemplativa di essi.
Queste persone, ma non solo esse, incorrono in un errore di fondo: considerare il momento delle sessioni come il centro di ogni giornata.
È un errore grave: le sessioni sono un momento tra i tanti, sicuramente tra tutti, secondo il mio personale punto di vista, quello meno contemplativo.
D’altra parte, non è quella la loro funzione: una sessione, dopo i canti iniziali dei quali parlerò in seguito, è essenzialmente un momento formativo, il tempo in cui la persona lavora degli aspetti di sé per conoscerli, trasformarli e infine abbandonarli.

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Esiste un solo vivere, quello di Dio

Affronto questo argomento sapendo che difficilmente è di vostro interesse, il mio unico intento è quello di fissare alcuni elementi di una comprensione in atto.
L’immenso archivio dell’Eterno presente contiene in sé tutte le vite passate, presenti e future, dunque la vita che stiamo vivendo non è che uno dei tanti libri contenuti in quella biblioteca.
Le possibili vite future sono già vissute alla pari delle vite passate.
Il soggetto che vive una vita percepisce il divenire, lo scorrere della vita e pensa a quella precedente e a quella futura come pensa all’ieri e al domani.
In realtà quel soggetto è solo presente in questa vita.

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Il Maestro, la sua relazione con l’Assoluto, la compassione

Con il termine Maestro mi riferisco a quella figura storica, Gesù di Nazareth, attraverso la quale ha preso forma un insegnamento e una prassi di vita originati dall’ampiezza del sentire conseguito dalla coscienza che l’ha generato.
Con il termine Assoluto mi riferisco a quel Padre con cui Gesù si sentiva unito.
La compassione di cui parlo, è la pratica d’amore che da quella unione con l’Assoluto deriva.

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Il regno degli ipocriti e degli ignavi

1- Gli ipocriti: coloro che usano e abusano quotidianamente del lavoro degli immigrati che mandano avanti i loro campi, le loro fonderie, che badano i loro vecchi ma che non li vogliono tra i piedi: usano e abusano dei lavoratori sottopagati e senza diritti, non ne possono fare a meno, ma non li vogliono vedere, li ammassano in lager di plastica, di cartone e di lamiere e si voltano da un’altra parte.

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La cucina scuola della via e della vita

Il titolo di questo post parafrasa un vecchio ed importante libro, non ha l’ambizione di quello, ma vuole focalizzare un solo tema: la responsabilità di chi cucina, di chi esercita l’ospitalità.
Se decido di invitare a cena una persona, cercherò di creare l’ambiente vibratorio adatto a quella persona:
– come posso metterla a suo agio con gli argomenti che propongo?
– quali gesti, situazioni ed argomenti debbo evitare per non metterla in difficoltà?

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L’esperienza esistenziale dell’estate

Le persone che possono realizzare un maggiore contatto con sé, vivono in modo particolare la stagione dell’estate: spesso essa produce disorientamenti, ansie, apatie, a volte stati di svuotamento profondo che inducono ad abbandonare situazioni e persone. Non di rado un senso di solitudine accentuato si insinua ed enfatizza gli altri stati.
Per alcuni, l’unica difesa è cercare di valicare indenni questa stagione: nel Sentiero contemplativo vediamo le cose un po’ diversamente.
Per potermi addentrare nel tema dell’esperienza esistenziale dell’estate debbo fare un parallelo con quello che accade al seme/frutto delle piante.

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Lo spirito guida, secondo il Cerchio Ifior e il Cerchio Firenze 77

Fonte: Annale 2010 del Cerchio Ifior, pag 184 e seg.

D – Come (e «sponsorizzato» da chi) avviene l’abbinamento «spirito guida» e guidato?

Chi decide se un’entità può diventare lo spirito guida di un’incarnato? Chiaramente non può avvenire per scelta casuale, e non è che un’entità disincarnata abbia di punto in bianco il ghiribizzo di decidere: «ora faccio lo spirito guida di Pinco o di Pallino”! Se così fosse l’intera Realtà finirebbe ben presto per trovarsi nel caos più assoluto.
Esistono, proprio per evitare questa situazione, sia dei limiti strutturali della Realtà, sia una gerarchia di entità che accordano il «permesso» per un tale compito.

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