Ciò non vuol dire che qualunque cosa, nella condizione in cui è, sia l’essere, per cui tutto va sempre bene così*. Questo è il gran dubbio che viene ogni qual volta il discorso religioso arriva a questo punto. Se l’essere è il tutto che è, se non c’è nulla fuori dal sé, tutto è già a posto, lasciamoci andare all’impulso del momento.
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Se contempli l’attimo presente
Se contempli l’attimo presente scopri che è vuoto di ognuno degli attributi che gli conferisci: è vuoto di te, è spazio vasto, è privo di senso, è esistenza, è essenza, è unità, è vita generatrice in potenza e in atto.
Il Cristo del Cerchio Firenze 77/83: la trasfigurazione
Vi siete chiesti anche dell’episodio della Trasfigurazione (Mt. 17,1-8; Mc. 9,2-8 e Lc. 9,28-36). Anche qua, leggendo, vengono alla mente certe domande. I discepoli vedono il Cristo che parla con Elia e con Mosè. Ma, come era possibile che essi riconoscessero Elia e Mosè, che mai avevano conosciuto di persona?
Come avviene uno sdoppiamento (due corpi) [CF77-Fr16]
Da: Il libro di François, Cerchio Firenze 77. Come il corpo fisico di uno stesso individuo, che può vivere una variante, possa essere rappresentato in più situazioni contemporaneamente.
Dogen, Busshō: commento (3) di Jiso Forzani a Bussho 2 [busshō2.3]
Gli interventi successivi del curatore non intendono commentare o integrare quanto affermato da J.F.: sono inserti che sorgono dai temi proposti ed esprimono la visione e la tensione che attraversa il curatore e, immagino, ogni monaco del Sentiero. Se le parole di Jiso sono il suono della campana, le nostre sono il suo riverbero in noi: una situazione contemplativa, dunque.
Il Cristo del Cerchio Firenze 77/82: il fico maledetto
Il Cristo, Signore della Terra, ha seguito l’evoluzione delle razze che si sono succedute su questo pianeta fino dall’inizio, e la sua missione, come voi ben sapete, non è ancora terminata. Ma studiando, leggendo quello che viene ricordato come l’ultima incarnazione, per missione, del Signore della Terra, Gesù il Cristo, voi avete fatto altre domande.
Le varianti e la libertà supposta [CF77-Fr15]
Da: Il libro di François, Cerchio Firenze 77. Voi potete pensare che, a un certo punto, l’uomo dica: «Forse potrei seguire questa storia anziché quella», cioè che il solo fatto di pensare a due o più possibilità di scegliere crei di per sé la variante. Non è cosi.
Dōgen, Busshō: commento (2) di Jiso Forzani a Busshō 2 [busshō2.2]
Dire essere è dire la parola che dice ciò che le parole non possono dire: siccome non definisce, cioè non dice nel modo in cui le parole di solito servono a dire, esprime l’indicibile.