Dice un fratello nel cammino: “Ho desiderato essere davanti a tutti, essere sempre in prima fila ma mi rendo conto che quello non è il mio ruolo. C’ho provato ma, credetemi, tutto è così imprevedibile ed altalenante.
Le energie. I pensieri. Le motivazioni. I valori. Vento, vento forte, fortissimo e poi calma piatta.
L’essere umano cerca l’assoluto, la verità, la certezza. Ecco perché un uomo “sicuro” ha un grande fascino. Ecco perché chi mantiene saldo il timone nel tempo è un leader e ha un grande seguito.
Io non sono certo di nulla. Come foglia in balia del vento. Vado a destra, poi a sinistra, poi mi fermo e poi riparto.”
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La contemplazione del Dio vivente e la conoscenza di sé
1- Appunti dopo la riflessione contenuta nel post Alcune parole su questo pontificato.
Dal vangelo di Tommaso (il testo integrale):
2. Gesù disse: Colui che cerca non cessi di cercare, finché non trova e quando troverà sarà commosso, e quando sarà stato commosso contemplerà e regnerà sul Tutto.
3. Gesù disse: Coloro che vi guidano vi dicono: “Ecco! Il Regno è nel cielo”, allora gli uccelli del cielo vi saranno prima di voi. Se essi dicono: “Il Regno è nel mare”, allora i pesci vi saranno prima di voi. Ma il Regno è dentro di voi ed è fuori di voi. Quando conoscerete voi stessi, sarete conosciuti e saprete che siete figli del Padre Vivente. Ma se non conoscerete voi stessi, allora sarete nella privazione e sarete voi stessi privazione.
(Marcello Craveri, I vangeli apocrifi, Einaudi, pag. 484)
Alcune parole su questo pontificato e sulla via interiore
Oggi Papa Francesco è a Milano e, come sempre, compie alcuni gesti significativi privilegiando alcuni luoghi simbolici da visitare e da celebrare: la periferia urbana, il carcere.
Osservo stupito e ammirato questo Papa che, forse più di altri, ha posto e pone l’accento sull’ingiustizia che pervade il mondo, sui valori etici comuni a tutti, sulla necessità di essere con gli ultimi.
Ammiro e rispetto l’uomo e il suo coraggio, conoscendo i limiti della struttura entro la quale opera.
Mi suscita invece perplessità il suo indicare troppo poco la via interiore alla risoluzione dei numerosi problemi che indica e che sono all’evidenza di ogni coscienza non accecata dall’egoismo e dall’ignoranza.
Un sentire, un tempo, un organismo generano una via
Il sentire in questione è quello che aggrega un certo numero di coscienze incarnate e, attraverso le connessioni reciproche, crea le condizioni per lo sviluppo degli scopi incarnativi dei partecipanti e per il beneficio di quanti a quel sentire condiviso possono connettersi.
Il tempo di cui parlo è relativo alle condizioni storiche, culturali, morali in cui quel sentire trova manifestazione.
L’organismo è un connessione sufficientemente stabile di sentire/individualità/persone.
Esistono vie dalle radici ramificate nei millenni che attraversano il tempo e i sentire e mantengono una continuità nella trasmissione del sapere, delle esperienze e della fede.
L’illusione di poter ricevere senza dare
Asserragliati troppo spesso nei nostri fortini di canne!
Questa è l’immagine che mi sorge quando penso alla relazione tra dare e ricevere, al condizionamento dell’egoismo, alla paura per tutti coloro che, ignoti, abitano oltre l’effimera barriera che abbiamo eretto.
L’immagine del fortino di canne è applicabile a tutti gli ambiti della vita: da quello economico a quello politico; da quello religioso a quello culturale; da quello relazionale a quelle personale.
La cifra che caratterizza il fortino è l’egoismo, il suo condizionamento non compreso e non superato.
Tutto nel nostro intimo e nella società ci parla, narra e descrive questo morbo che ci paralizza: facciamo difficoltà ad aprire il cuore, ad allungare una mano, a compiere gesti di rottura dal condizionamento, a buttarci fiduciosi che la vita mai ci lascerà da soli e senza il necessario.
Darsi delle priorità e proteggerle
Mentre scrivo ho in mente qualcuno di voi che, per generosità o intraprendenza, non si fa mai mancare una faccenda e, quando non l’ha, se la inventa.
Oggi è il giorno di Officina Essenziale, incontro mensile in cui confluiscono coloro che seguono la via del Sentiero contemplativo: occasione impegnativa che richiede presenza, delicatezza, ascolto.
Parlo di questa giornata per porre in risalto un metodo; non c’è giornata che non abbia una sua priorità, in questa è l’appuntamento con OE: a seconda di come sappiamo individuare una priorità e proteggerla, organizzeremo lo scorrere delle ore, gli impegni, il dispendio di energie.
Cose è prioritario in una giornata? Fatte salve alcune incombenze pratiche non dilazionabili, è prioritario ciò che impatta con il nostro interiore.
L’esperienza del “quel che è”
Quel che è non è quel che vorrei; non è quel che è stato; non è quel che sarà.
Il quel che è diviene accessibile se la mente è vuota di aspettativa e di giudizio: l’aspettativa colora l’accadere; il giudizio lo confronta con quel che è stato, con il conosciuto in genere, o con quel che dovrebbe essere secondo i parametri di una morale, di una religione, di una filosofia o di una qualche credenza.
Se c’è libertà da tutto questo, sorge l’esperienza del quel che è.
Noi diciamo: un fatto è solo un fatto; se non è caricato di significati, se non è ricondotto a sé attraverso l’identificazione; se non deve per forza servire a qualcosa, è solo quel che è.
Stati e stadi dell’esperienza spirituale e del cammino interiore
Lo stato immobile, i fatti che scorrono
[…] Noi però oggi stiamo parlando di un percepirsi pacati e quindi placati interiormente, cioè di un’immobilità, pur dentro la variabilità dei pensieri, delle emozioni ed anche degli atteggiamenti o dei comportamenti.
Ed è proprio così: dentro la variabilità della globalità umana c’è uno stato immobile.
L’incontro col mondo misterioso in sé porta a scoprire che ognuno è già altro rispetto a quello che oggi pensa di essere, poiché diventa possibile scoprire dentro di sé la radice di tutto.
Il nostro orizzonte esistenziale e spirituale
Vi propongo queste parole del Cerchio Ifior che mirabilmente esprimono il senso compiuto del procedere interiore e l’approdo nell’esperienza dell’unità.
Quando comprenderò con tutto me stesso che «Tutto È Uno»
che sarà di me, Padre?
Moti
Tu non avrai più la tua famiglia,
ma ogni uomo, animale, pianta, cristallo
sarà un membro della fratellanza universale.