Nel primo post di questa serie L’intenzione e la costruzione dell’ambiente fisico esistenziale 1, siamo partiti dall’esempio della formazione dell’ambiente fisico dell’Eremo dal silenzio: continueremo, per rendere semplice l’approccio, con lo stesso riferimento.
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L’intenzione, il fondersi dei sentire, il tendere inesorabile all’Unità 2
Fino a quando il corpo akasico non è strutturato, la consapevolezza del sentire per evolvere nella sua auto consapevolezza ha necessità di rappresentarsi sui tre piani transitori: mentale, astrale, fisico. Grazie a quella triplice e simultanea proiezione, il sentire sente se stesso, diviene auto consapevole e avviene l’illusorio passaggio da un grado di consapevolezza a un altro.
Dōgen, Busshō: “Tu natura autentica niente” 6 [busshō6]
Il quinto Patriarca Daiman Zenji era della provincia di Kishu Obai. Nacque orfano di padre e fin da ragazzo entrò nella Via divenendo un uomo della Via che pianta i pini.
L’intenzione e la costruzione dell’ambiente fisico esistenziale 1
Prenderò in considerazione solo quattro dei sette corpi di cui l’umano è costituito: l’akasico, che è un corpo permanente, e i tre transitori, il mentale, l’astrale, il fisico.
Via della conoscenza: l’oggetto psichico 4
[Sommario IA] L’oggetto psichico è l’interpretazione soggettiva della vita, una bussola basata su percezioni sensoriali e schemi mentali preesistenti.
Si forma attraverso un processo di accumulo e sistematizzazione delle esperienze passate, creando filtri interpretativi per il presente.
La tensione che attraversa lo zen relativamente alla pratica (zen3)
Capitolo conclusivo (parte prima) del MANUALE DI MEDITAZIONE ZEN, di Carl Bielefeldt. Berkeley e Los Angeles: University of California Press, 1989. Pp. 259.
Inmo, Dōgen: il Ciò-che-È base dell’esistere 3
Fonte: Eihei Dogen, Inmo, Proprio così, traduzione dall’originale giapponese di Jiso Forzani.
Quando il curatore lo ritiene necessario, vengono anche utilizzati frammenti della traduzione di Aldo Tollini così come compaiono nel suo Buddha e natura di Buddha nello Shobogenzo, Ubaldini editore. Dalla redazione del Tollini viene preso anche un brano dell’introduzione e la suddivisione in paragrafi che in Forzani non compaiono.
L’abbandono incondizionato all’Essere è l’ultima sfida
Manifestazioni che sono comuni nel mondo, come la preoccupazione per una persona cara o per i propri personali “errori” commessi nel tempo, nel contemplativo assumono un’altra valenza, sono il segno di uno stato e indicano una strada.
Il Cristo del Cerchio Firenze 77/94: duplice manifestazione
Ebbene, meditate sull’epoca del Cristo. Il significato del sacrificio del Cristo sta nel “sentire” certi fotogrammi, nel vivere certi fotogrammi umani, Lui, alla massima evoluzione.
La realtà percepita e la materia divina indifferenziata [CF77-Fr27]
[Sommario AI] L’esistenza di ciò che percepiamo è condizionata dalla nostra percezione limitata; ciò che non è percepito non esiste.
La realtà assoluta è indifferenziata; i mondi percepiti sono frutto delle limitazioni percettive degli esseri.
Dōgen, Busshō: commento di Jiso Forzani a Busshō 5 [busshō5.1]
La grande madre natura che ci sostiene e ci fa vivere, non è un’entità astratta, ma è edificata dal concorso di tutte le cose. Nella creazione che avviene di istante in istante, l’opera di creazione e la cosa creata non sono separabili: non c’è l’una senza l’altra e viceversa.