La consapevolezza dei piccoli fatti

Oggi è stata una giornata deprimente, di quei giorni che mi sembra che l’esistenza mi tolga qualunque appiglio, ogni spiraglio di serenità. Citando i Rolling stones “I can’t get no satisfaction”,  niente che non possa sostenere, questo è ovvio, ma una serie di piccole grandi cose che messe una in fila all’altra mi fan venir voglia di dire basta, di chiedere una tregua,

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Cosa importa dove finisco io e cominci tu

Credo che, tentando di andare in profondità in una qualsiasi direzione si viene riportati sempre li:
la foglia mi parla del ramo, del tronco, della radice, della terra, dell’acqua ma anche del vento che la porterà  lontana per poi tornare alla terra e alla radice.
Dove finisco io e cominci tu?

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Schegge di divino

Come raggi di sole nasciamo da un nucleo abbagliante
e ci proiettiamo verso il nostro destino, illuminando
ciò che ci sta di fronte e ciò che ci è possibile.
Le nostre radici affondano comunque in questa sorgente infinita,
dove ogni razionalità nasce ma non può essere espressa.
Come posso io, scheggia di divino, guardare te, scheggia di divino,
e giudicare i tuoi atti, le tue parole?
Come posso interpretarti, se sò che le tue radici affondano
nella stessa immensità che tutto comprende
e dalla quale io stesso provengo?
Posso solo commuovermi ed inchinarmi.

Che senso ha il gioco, o dramma, del divenire?

Oggi al supermercato il mio sguardo si è aperto sull’andirivieni di esseri che si muovevano intorno a me con delle movenze e sembianze piuttosto uniformi dentro ai quali anch’io ero uniforme.
In quel momento mi è sorto un dubbio: come è possibile che tutte queste incarnazioni che vivono nel mondo cosiddetto “occidentale” debbano sperimentare, seppur in diverso grado, le stesse cose/situazioni?

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