Quando parliamo di coscienza parliamo del corpo akasico, di un corpo intermedio tra i corpi transitori (mente, emozione, corpo fisico) e i corpi spirituali. Parliamo di un corpo, di una dimensione composita in cui esiste sia il tempo che il non tempo.
un monaco anziano
La difficoltà nel comunicare il Sentiero contemplativo
Se si chiede ai membri del Sentiero di parlare della via spirituale che coltivano, tutti provano disagio e anche chi scrive è in difficoltà pur avendone forgiato il paradigma alla luce di una concreta esperienza interiore.
La vita monastica nel medioevo9: il seme fecondo
Verso la fine di una giornata di ottobre una dozzina di uomini che portavano dei carichi molto pesanti si fermarono al margine di una radura della foresta polacca, vicino alla Vistola. Pioveva dal mattino, una pioggia pesante e fredda e i vestiti, imbevuti d’acqua, pesavano sulle spalle.
La comunità monastica diffusa e la comunione virtuale
In una comunità monastica residenziale i suoi membri sono in costante relazione: essi praticano, lavorano, discutono, mangiano assieme tutti i giorni di tutto l’anno, di ogni anno.
Ma una comunità monastica diffusa come lo è quella del Sentiero contemplativo, come vive?
Il morire: la vita arde e voi la spegnete [vdc36]
Le basi della Via della conoscenza. Perché mai l’uomo di fronte alla morte evita spesso d’interrogarsi su ciò che essa gli riserva? Tante teorie sono state fatte sul dopo morte e tante teorie sono state presentate all’umanità su ciò che sta al di là della fine dei vostri giorni nel tentativo di porre l’umanità di fronte al problema della propria scomparsa.
Brontolii, malcontento, solitudine nella Via spirituale
Se la realtà è perfetta, lo sono anche i nostri fratelli e sorelle le cui disposizioni a volte ci fanno sorgere delle perplessità. I nostri dubbi dunque sorgono dal non aver ancora pienamente compreso la natura di questa perfezione.
La vita come rappresentazione del sentire [sentiero1]
Rappresentare significa portare a manifestazione nel tempo e nello spazio un impulso che ha la sua origine a monte: l’attore porta a manifestazione, rappresenta, ciò che il regista e lo sceneggiatore intendono.
La vita monastica nel medioevo8: i voti
Il capitolo 58 della regola ci dice come bisogna accogliere coloro che chiedono di entrare in monastero. Si tratta di un vero e proprio psicodramma. II candidato è accolto male; non gli si accorda una «entrata facile», lo si fa attendere alla porta per «4 o 5 giorni», lo si ricopre d’ingiurie (bisogna credere che le vocazioni non erano rare all’epoca e che esse erano solide).
La mente deve piegarsi alla casualità [vdc35]
Le basi della Via della conoscenza. Nel momento in cui la vostra mente viene ridimensionata, la vita incomincia ad apparire così com’è, ovverosia pura casualità dei fatti o degli avvenimenti che vi fa riconoscere che nulla voi potete controllare ma che tutto deve essere lasciato andare.
La vita monastica nel medioevo7: gli abitanti del monastero
Sarebbe un grande errore credere che un monastero era abitato solamente da monaci. Anche oggi vi si trovano delle persone che non sono per niente impegnate con il legame dei voti nei confronti della casa dove esse vivono, temporaneamente o stabilmente.