un monaco anziano
Tutto è Coscienza e quindi voi non siete [vdc16]
Le basi della Via della conoscenza. Ma se la Coscienza mette il pugnale e fa anche sì che il braccato non possa sfuggire, allora la Coscienza recita una parte e contemporaneamente recita un’altra parte: quindi è la Coscienza che gioca le parti, e quindi voi non siete.
Brani di fonti diverse per la meditazione personale 1
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Pagina di sintesi aggiornamenti R&C e Brani.
Un’onda, un moto casuale coinvolge esseri animati e inanimati [89A]
[…] La via della Conoscenza mette al centro una forma tipica di azione che perde di vista l’agente, anche se continua a essere evidenziato il tentativo della vostra mente d’interpretare l’azione, ridefinendola, e di piegarla costantemente a sé.
La Coscienza è santa e assassina [vdc15]
Le basi della Via della conoscenza. Ma se ciascuno di voi fosse messo di fronte alla situazione d’impedire un omicidio e in quel momento una voce dentro dicesse: “tu non lo devi impedire!”, ciascuno di voi non soltanto lo impedirebbe, ma cercherebbe in tutti i modi di far sì che l’individuo assassino – o possibile assassino – possa essere catturato o magari braccato.
I pensieri non guidano l’azione, sono forze in gioco [88A]
Un partecipante: I pensieri interpretano l’azione.
In questa nuova tipologia di azione il pensiero non viene più letto come ciò che interpreta l’azione; questo è il modo per estraniarsi, mentre noi diciamo che è esso stesso parte integrante dell’azione, essendone stimolo oppure modifica.
Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese
Vi propongo per la meditazione e la contemplazione queste parole di Lc 12,32-48, senza commento alcuno perché, così chiare e nude, per persone della Via sono più che eloquenti e giungono al cuore della disposizione personale e del lavoro esistenziale di ogni giorno.
La non-mente nel sostegno all’altro [vdc14]
Le basi della Via della conoscenza. La non-mente non è altro che aderire a ciò che accade. E aderire a ciò che accade non vuol dire non essere lì dove c’è la sofferenza o dove c’è il dolore o dove c’è la difficoltà o dove c’è il male; no, non significa non essere lì, anzi significa proprio che lì ci si situa, che lì ci si colloca, che lì si è ciò che si è, ovverosia non duale […]
Le sensibilità da coltivare
Divenire sensibili alla voce del deserto interiore, deserto di sé. Conoscere quell’orizzonte sterminato e monotono, la difficoltà di sostenerlo allo sguardo subendone lo scacco.
La cruna dell’ago di ogni monaco: come potrà essere attraversata dalla gomena dell’ingombro di sé?