Vi è stato detto che quel che governa la vita è l’impersonalità, però voi vi sentite sempre chiamati in causa. Certo, poi dite che ci sono anche cose che non vi riguardano, cioè i fatti insignificanti, vale a dire tutto quello che non vi colpisce, non vi danneggia, non porta né gioia, né amarezza, poiché considerate vita solo quello che suscita il vostro interesse.
un monaco anziano
Erigere i confini per contenere l’impersonalità di ciò che è [V23]
L’uomo si difende dalla vita perché la sente sfuggire al suo controllo e perché vivere alimenta in lui continue insoddisfazioni, nonostante lui chieda alla vita di essere soddisfatto, rassicurato, alle volte un po’ cullato.
La centralità dell’Io nelle scene feriali
Dice un fratello nella Via del monaco: “La scena è messa in piedi da me per me, per un sentimento di narcisismo, per il piacere di guardarsi.”
Può darsi, ma la cosa potrebbe essere molto più complessa.
Essere aderenti all’accadere [V22]
I fatti che scorrono nella vita non sono etichettabili, non sono comparabili, non sono misurabili, non sono adattabili e nemmeno evitabili: sono semplicemente da accogliere, poiché vivere è essere in ciò che accade senza alcuno sforzo per imprimervi sopra il proprio marchio e per renderlo utile alla propria trasformazione interiore.
Le gioie del contemplativo
Conosco alcune gioie, due in particolare:
– quella di vivere la pienezza del presente, una pienezza incontenibile che esplode in flash prolungati;
– quella di morire a ciò che si è affinché sia solo il Reale: anch’essa si manifesta come flash prolungati.
La vita liberata dai concetti e dagli obbiettivi [V21]
Quando – non si sa perché e non si può prevedere – la vita appare spoglia dei concetti, degli obiettivi e dei significati che ogni uomo le sovrappone, in quell’attimo appare la gratuità che lascia l’uomo immerso in un profondo silenzio, perché nulla si può aggiungere.
Le azioni non sono lo strumento per progredire [V20]
Che cos’è la vita per la via della Conoscenza? La vita è flusso, è molteplicità, è impermanenza; la vita è accadere ed è gratuità, o casualità. Però l’uomo, per darsi consistenza, ha bisogno di convincersi che sia lui a creare le azioni, progettandole nei pensieri, e che esse si concatenino fra di loro in modo che le une generino le altre, dipingendosi come il protagonista dell’agire.
Lo sguardo simultaneo richiede prontezza, presenza, alta reattività
Lo sguardo simultaneo è la capacità di tenere assieme Essere e divenire nella esperienza e nella interpretazione dei fatti. Nell’Essere i fatti sono ciò-che-sono, sorgono e scompaiono; nel divenire hanno sovente una causa e un fine.