Cosa diventiamo? Estranei? Insensibili?

Accade che le comprensioni e la pratica ci estraggano dalle consuetudini, dal mondo che abbiamo in comune con gli altri.
Uso il verbo estrarre perché, in effetti, è un’opera lunga e implacabile di progressiva estrazione da quanto in precedenza condiviso.

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Ordine e guazzabuglio: gli opposti che la mente usa [V31]

Un partecipante: Avere delle priorità significa dare un ordine alle cose.
No, significa subire un ordine, cioè costringervi lì dentro. Voi uomini vi sentite spesso obbligati a mediare fra aspirazioni vostre e altrui, fra vincoli e opportunità, vale a dire fra azioni mosse da un desiderio e situazioni esterne che temete possano inibirle.

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Accettare l’impermanenza della vita [zq13]


Da Charlotte Joko Beck, ZEN QUOTIDIANO
Suzuki Roshi ha detto che: “La rinuncia non consiste nel lasciare le cose di questo mondo, ma nell’accettare che se ne vadano“. Tutto è impermanente, prima o poi se ne va. La rinuncia è la condizione di non attaccamento, l’accettazione del fatto che le cose se ne vanno.

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Il mondo per sé, il mondo in sé [V30]

L’uomo si ribella a sentirsi dire che il tempo non gli appartiene, però è così. Tutto accade e niente è a sua disposizione: non il tempo, non gli altri, non la realtà che diviene. Tutto non-è, ma si può anche dire che tutto è vuoto assoluto.

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Senza aspettativa, agire in modo totale, adesso [zq12]

Una vita libera da aspettative è una vita di pace, di gioia e di compassione. Fin tanto che ci identifichiamo con questo corpo e mente (e tutti ci identifichiamo), ricerchiamo ciò che riteniamo positivo per il corpo e la mente. Desideriamo il successo, desideriamo la salute, desideriamo l’illuminazione, desideriamo una montagna di cose.

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Un vasto spazio d’essere

Nei lunghi e caldi pomeriggi estivi in cui è impossibile camminare lungo la strada dell’eremo, siedo in zazen.
La pratica conferisce la capacità di risiedere senza attese e senza pretese, un lungo allenamento che piega la mente e la confina nell’irrilevante.

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