L’unità è evidente quando la Consapevolezza copre tutti i piani e su nessuno di essi vi è identificazione.
L’identificazione creerebbe un punto focale e la Consapevolezza dell’insieme non potrebbe manifestarsi.
un monaco anziano
La ricerca futura sull’esperienza unitaria
La vigilia di Natale del 2020 mi sono ritirato dall’organismo comunitario del Sentiero contemplativo: dopo quattro anni di transizione ho ritenuto che ci fossero le condizioni per un mio ritiro e che l’organismo potesse procedere in totale autonomia.
Da questo sogno si può uscire quando se ne è compresa la natura
Fino a quando per noi il”sogno” ha un senso, a esso rimaniamo vincolati.
Quando alle scene del “sogno” nulla più ci lega, allora lo vediamo, lo decodifichiamo nella sua reale natura.
E’ perfetto, a parte un paio di errori..
E’ da tempo che un dubbio mi sta divorando.
Questa perfezione di cui si parla nel post di Elisa, che in alcuni rari momento ho assaporato, potrebbe contenere delle distorsioni?
La consapevolezza dei piccoli fatti
Oggi è stata una giornata deprimente, di quei giorni che mi sembra che l’esistenza mi tolga qualunque appiglio, ogni spiraglio di serenità. Citando i Rolling stones “I can’t get no satisfaction”, niente che non possa sostenere, questo è ovvio, ma una serie di piccole grandi cose che messe una in fila all’altra mi fan venir voglia di dire basta, di chiedere una tregua,
Cosa importa dove finisco io e cominci tu
Credo che, tentando di andare in profondità in una qualsiasi direzione si viene riportati sempre li:
la foglia mi parla del ramo, del tronco, della radice, della terra, dell’acqua ma anche del vento che la porterà lontana per poi tornare alla terra e alla radice.
Dove finisco io e cominci tu?
Schegge di divino
Come raggi di sole nasciamo da un nucleo abbagliante
e ci proiettiamo verso il nostro destino, illuminando
ciò che ci sta di fronte e ciò che ci è possibile.
Le nostre radici affondano comunque in questa sorgente infinita,
dove ogni razionalità nasce ma non può essere espressa.
Come posso io, scheggia di divino, guardare te, scheggia di divino,
e giudicare i tuoi atti, le tue parole?
Come posso interpretarti, se sò che le tue radici affondano
nella stessa immensità che tutto comprende
e dalla quale io stesso provengo?
Posso solo commuovermi ed inchinarmi.
Che senso ha il gioco, o dramma, del divenire?
Oggi al supermercato il mio sguardo si è aperto sull’andirivieni di esseri che si muovevano intorno a me con delle movenze e sembianze piuttosto uniformi dentro ai quali anch’io ero uniforme.
In quel momento mi è sorto un dubbio: come è possibile che tutte queste incarnazioni che vivono nel mondo cosiddetto “occidentale” debbano sperimentare, seppur in diverso grado, le stesse cose/situazioni?